Dopo qualche resistenza la
dirigente scolastica di una scuola romana ha convocato il consiglio
straordinario, richiesto dagli insegnanti, per comminare sanzioni disciplinari
ad alcuni alunni che, evidentemente, hanno scambiato la scuola per una sala
giochi.
La dirigente non ha presieduto il
Consiglio ma ha fatto sapere di volere una sanzione risibile e, ovviamente, del
tutto inefficace.
Il Consiglio ha optato per una
sanzione seria e severa e si è proceduto alla redazione del verbale che è stato
inviato alla dirigente. La decisione non è stata presa “a cuor leggero”:
sanzionare degli allievi è una scelta difficile e sofferta, alla quale si
arriva, come nel caso in questione, quando tutte le altre strategie messe in
campo si sono rivelate inutili.
La dirigente, evidentemente non
soddisfatta del fatto che i docenti non hanno accolto la sua richiesta, invece
di convocare i genitori degli allievi per la comunicazione del provvedimento,
ha nuovamente convocato il Consiglio, presumo per “esprimere” il suo volere.
L'episodio ha suscitato in me un notevole sconcerto che ha prodotto le seguenti e alquanto amare riflessioni.
L'episodio ha suscitato in me un notevole sconcerto che ha prodotto le seguenti e alquanto amare riflessioni.
Io credevo che la libertà della
funzione docente consistesse anche nella sovranità del Consiglio di Classe ma,
evidentemente, mi sbagliavo. Credevo di vivere in un Paese libero, credevo che gli insegnanti potessero svolgere liberamente, nel rispetto della Costituzione e delle leggi, il loro lavoro ma, evidentemente, mi sbagliavo.
Come posso, allora, insegnare ai
miei alunni l’amore per la libertà, il rispetto per il dovere, la serietà e la
necessita dell’impegno? Evidentemente, se mi sbagliavo, se viviamo in una
realtà dove ognuno può fare quello che gli pare,dove chi ha potere impone la
propria volontà agli altri e dove i valori, nei quali mi hanno educata e nei
quali continuo a credere, vengono calpestati e derisi, viene meno il valore del
mio insegnamento.
E allora? Allora non so. Non so quale lezione trarre da
questa vicenda, sono confusa ,disillusa e delusa, penso, con tanto dispiacere,
che ho sprecato tanta parte della mia vita in un lavoro che oggi non ha più
alcun senso e forse non ne ha mai avuto.
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