Il naso di Cyrano: luglio 2013

domenica 28 luglio 2013

Equivoci



Venerdì, dopo una stremante settimana trascorsa a pulire vetri, finestre, lampadari e tutto il resto (io la mie vacanze le passo così), sono andata a riprendere la FG che usciva dal lavoro. La FG da alcuni mesi lavora per una associazione culturale e promuove spettacoli di opera e balletto, mi pare di avervelo già raccontato.
Eravamo sul bus, per fortuna semivuoto, quando le è squillato il cellulare.
Dal tono della sua voce, dolcemente miagolante, mentre diceva “Ciao”, ho capito che il chiamante era “L’Amato e Amante Giovine”, tanto per citare Verdi che ci sta sempre bene.
I due, FG e Amato e Amante Giovine (da adesso A&AG) si sono lanciati in una conversazione che ha toccato vari argomenti. La FG parlava a voce media perciò io sentivo quello che diceva, ovviamente, non potevo sentire quello che diceva l’A&AG.
Dopo un accurato resoconto della giornata lavorativa, che a me era già stato fatto, i due si sono dati a progettare il sabato sera e l’A&AG deve averle chiesto cosa desiderasse per la cena, che egli avrebbe preparato (credo che l’A&AG dovesse andare a fare la spesa e volesse sapere cosa acquistare). La FG ha lanciato l’idea delle lasagne, non so cosa lui abbia risposto poi lei ha detto……
Faccio prima a scrivere il dialogo, come se fosse un copione teatrale:

A&AG - …….. –
FG – Le lasagne andrebbero bene –
A&AG A&AG - ……. –
FG – Ma poi va bene qualunque cosa, fai tu. –
A&AG - ………. –
FG – Sì, lo so che a te i bambini piccoli piccoli piacciono tanto! –

A questo punto, non so che avreste fatto voi ma io non ho saputo resistere e ho chiesto:
– Come gli piacciono, arrosto? –
Il fatto che io abbia presupposto tendenze cannibalistiche nell’A&AG non vi stupisca, visto l’imbarbarimento generale degli italiani, non si può mai dire! Come diceva a proposito dei Latini la FI ma quella è un’altra storia.
La FG, che mi conosce bene, non è orripilata come voi, ha semplicemente raccontato ridacchiando all’A&AG quello che avevo chiesto e ha continuato la sua telefonata.
Soltanto quando i due innamorati si sono salutati mi ha spiegato che, mentre lui camminava per strada, ha visto un pupetto e ha  raccontato alla FG quanto era carino, cosa che ha provocato l’affermazione della FG e il mio conseguente equivoco!
Il che, direbbe Guareschi, è bello ed istruttivo!

domenica 21 luglio 2013

Anche io la penso così



Oggi vi propongo un articolo che ho trovato su Facebook, è un’intervista che coincide perfettamente con il mio punto di vista, una cosa molto triste ma, temo, molto vera.
Il sito sul quale è pubblicata è: www. Informarexresistere.fr

Parla Zagrebelsky: “F35, giustizia e Kazakistan, è l’umiliazione dello Stato
Intervista al presidente emerito della Corte costituzionale, secondo cui nel nostro Paese “grave un ‘non detto’ che spiegherebbe molte cose”: “Si fa finta di vivere nella normalità della vita democratica, ma non è così. Su tutto domina la difesa dello status quo, in questa maniera la democrazia muore”

 Siccome i “maltrattamenti” alla Carta continuano, ci tocca disturbare di nuovo – a poche settimane dall’ultima volta – Gustavo Zagrebelsky.
Professore, negli ultimi tempi abbiamo assistito a numerosi episodi di natura politica e costituzionale che hanno suscitato discussioni e polemiche. Lei che ne pensa? Prima che dagli episodi, iniziamo da un dubbio, da un interrogativo di portata generale, di cui vorremmo non si dovesse parlare. E, invece, dobbiamo.
Cosa intende? Una cosa angosciante. Si tratta solo di singoli episodi, oppure di manifestazioni di qualcosa di più profondo, che non riusciamo a vedere e definire con chiarezza, ma avvertiamo come incombente e minaccioso? Qualcosa in cui quelli che altrimenti sarebbero appunto solo episodi isolati, assumono un significato comune. Li dobbiamo trattare isolatamente o come sintomi d’un generale e pericoloso malessere?
Dica lei. Guardi: può darsi ch’io pecchi in pessimismo. Mi sembra che sulla vita politica, nel nostro Paese, in questo momento, gravi un “non detto” che spiegherebbe molte cose. Si fa finta di vivere nella normalità della vita democratica, ma non è così. È come se una rete invisibile avvolgesse le istituzioni politiche fossilizzandole; imponesse agli attori politici azioni e omissioni altrimenti assurdi e inspiegabili; mirasse a impedire che qualunque cosa nuova avvenga. Questa è stasi, situazione pericolosa. Se qualche episodio, anche grave o gravissimo, sfugge alla rete, l’imperativo è sopire, normalizzare. Ciò che accade sulla scena politica sembra una messinscena. Ci si agita per nulla concludere. Ma la democrazia, così, muore. Lo spettacolo cui assistiamo sembra un gioco delle parti, oltretutto di livello infimo. Il numero degli appassionati sta diminuendo velocemente. L’umore è sempre più cupo. Bastava guardare i volti e udire il tono di alcuni che hanno preso la parola nel dibattito sulla vicenda della “rendition” kazaka. Sembravano tanti “cavalieri dalla trista figura”. Non si respirava il “fresco profumo della libertà”, di cui ha scritto ieri Barbara Spinelli. Né v’era traccia di quella “felicità” che è l’humus della democrazia, di cui abbiamo ragionato Ezio Mauro e io, in contrasto con l’atmosfera stagnante dei regimi del sospetto, dell’intrigo, della libertà negata.
Si riferisce alla maggioranza modello “larghe intese”? Innanzitutto: è una maggioranza contro natura; contraria alle promesse elettorali e quindi democraticamente illegittima, anche se legale; che pretende di fare cose per le quali non ha ricevuto alcun mandato. Ricorderà che è stata formata pensando a poche e chiare misure da prendere insieme: governo “di scopo” (come se possa esistere un governo senza scopi!), “di servizio” (come se ci possa essere un governo per i fatti suoi!) e, poi, “di necessità”. Ora, sembra un governo marmorizzato il cui scopo necessario sia durare, irretito in un gioco più grande di lui. La riforma elettorale, bando alle ciance, non si fa, perché in fondo, oltre che essere nell’interesse di molti, nel frattempo, con l’attuale, non si può tornare a votare. Perfino l’abnorme procedimento di revisione della Costituzione è stato pensato a questo scopo, come si ammette anche da diversi “saggi” che pur si sono lasciati coinvolgere. E, in attesa che la si cambi, la si viola.
Così arriviamo agli episodi. Il caso F-35? Incominciamo da qui. Il Parlamento è stato esautorato quando il Consiglio supremo di difesa ha scritto che i “provvedimenti tecnici e le decisioni operative, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’esecutivo”, sottintendendo: “responsabilità esclusive”. Chissà chi sono i consulenti giuridici che hanno avallato queste affermazioni, che svuotano i compiti del Parlamento in materia di sicurezza e politica estera? Un regresso di due secoli, a quando tali questioni erano prerogativa regia. Del resto, lei sa che cosa è questo Consiglio? Qualcuno si è ricordato che la sua natura è stata definita nel 1988 da una relazione della Commissione presieduta da un grande giurista, Livio Paladin, istituita dal presidente Cossiga per fare chiarezza su un organo ambiguo (ministri, generali, presidente della Repubblica)? Fu chiarito allora che si tratta di un organo di consulenza e informazione del presidente, senza poteri di direttiva. D’altra parte, chi stabilisce se certi provvedimenti e certe decisioni sono solo tecniche e operative, e non hanno carattere politico? I sistemi d’arma, l’uso di certi mezzi o di altri non sono questioni politiche? Chi decide? Il Parlamento, in un regime parlamentare. Forse che si sia entrati in un altro regime?
L’affaire kazako è una “brutta figura internazionale” o una violazione dei diritti umani? Una cosa e l’altra. Ma non solo: è l’umiliazione dello Stato. Ammettiamo che nessun ministro ne sapesse qualcosa. Sarebbe per questo meno grave? Lo sarebbe perfino di più. Vorrebbe dire che le istituzioni non controllano quello che accade nel retrobottega e che il nostro Paese è terreno di scorribande di apparati dello Stato collusi con altri apparati, come già avvenuto nel caso simile di Abu Omar, rapito dai “servizi” americani con la collaborazione di quelli italiani e trasportato in Egitto: un caso in cui s’è fatta valere pesantemente la “ragion di Stato”. Non basta, in questi casi, la responsabilità dei funzionari. L’art. 95 della Carta dice che i ministri, ciascuno personalmente, portano la responsabilità degli atti dei loro dicasteri. Se, sotto di loro, si formano gruppi che agiscono in segreto, per conto loro o in combutta con poteri estranei o stranieri, il ministro non risponderà penalmente di quello che gli passa sotto il naso senza che se ne accorga. Ma politicamente ne è pienamente responsabile. Troppo comodo il “non sapevo”. Chi ci governa, per prima cosa, “deve sapere”. Se no, dove va a finire la nostra sovranità? Chi, dovendola difendere, in questa circostanza, non l’ha difesa?
Che dire del blocco del Parlamento decretato per protesta contro l’Autorità giudiziaria? Che, anche questa, come la manifestazione di decine di parlamentari scalpitanti dentro e fuori il Tribunale di Milano, è una vicenda inconcepibile. Altrettanto inconcepibile è che l’una e l’altra non siano state oggetto di puntuale e precisa condanna. Anche qui: ammettiamo per carità di Patria che l’una sia stata una normale sospensione tecnica e l’altra una visita guidata a un palazzo pubblico. Non basta, però, averli “derubricati”, per poter dire che non è successo nulla. La questione è che non s’è detto autorevolmente che l’intento e i mezzi immaginati sono, sempre e comunque, inammissibili perché contro lo Stato di diritto.
C’è una logica che spiega i singoli episodi? Potrei sbagliare, ma a me pare che su tutto domini la difesa dello status quo e del governo che lo garantisce. In stato di necessità, si passa sopra a tutto il resto. L’impressione, poi, è che in quella rete invisibile di connivenze, di cui parlavo all’inizio, si finisca per attribuire a un partito e al suo leader un plusvalore che non corrisponde al loro consenso elettorale e alla rappresentanza in Parlamento. Come se toccarne gli interessi possa determinare una catastrofe generale. Sembra che tutti siano utili, ma qualcuno sia necessario e, per questo, si debbano tollerare da lui cose che, altrimenti, sarebbero intollerabili.
Così si è corrivi nei confronti di una parte politica, anche se c’è di mezzo la Costituzione. A chi spetta difenderla? In democrazia, a tutti i cittadini, che nella Costituzione si riconoscono. Poi, a chi occupa posti nelle istituzioni, subordinatamente a un giuramento di fedeltà. Infine, salendo più su, a colui che ricopre il ruolo comprensivamente detto di “garante della Costituzione”, il presidente della Repubblica.


domenica 14 luglio 2013

Trasloco



Da domani inizio il trasloco, che proprio di questo si tratta!
Devo, infatti, portare via dalla vecchia scuola tutti i materiali didattici che, nel corso degli anni, ho accumulato, acquistandoli con il mio magro stipendio di docente della scuola pubblica italiana.
Devo svuotare due armadi, due armadietti e due cassetti. Non essendo dotata di automobile, il trasloco avverrà alla vecchia maniera: un po’ per giorno, con il carrello della spesa e alcune buste, porterò a casa (in attesa di ottenere degli armadi nella nuova scuola) i materiali che mi sono necessari nella pratica dell’insegnamento.
Per lo più si tratta di libri, dizionari, atlanti, materiali per gli studenti stranieri,per i dislessici, per i ragazzi in difficoltà, per le ricerche, per l’orientamento.
Poi ci sono matite, pennarelli, chiodi e martello, nastri adesivi, spillatrice, colle, plastiche colorate, cartoni bristol, il registratore, materiali per i laboratori teatrali.
Devo portare via anche i miei mitici plastici, quelli che ho costruito io e che rappresentano castelli, villaggi, città, palazzi e persino il Colosseo ed il cavallo di Troia.
Voi vi chiederete: “Ma dove la metti tutta ‘sta roba?”
Ebbene, mi sono attrezzata: ho comperato dei contenitori con rotelle da infilare sotto il letto, sono molto pratici, hanno un bel coperchio e dovrebbe entrarci parecchia roba. Per quel che avanzasse,  riempirò degli scatoloni e li parcheggerò in cantina.
Di sicuro, in cantina non ci finiranno i bei lavori che i miei alunni della scuola vecchia hanno fatto nei dieci anni della mia permanenza, quei lavori prenderanno il loro posto su uno scaffale della biblioteca, insieme ai tanti altri, realizzati dai miei alunni del passato e dalle mie figlie.
Quei lavori, che ogni tanto vado a sfogliare, sono tra i miei ricordi più belli!

martedì 9 luglio 2013

Trasferimento

Adesso è proprio ufficiale: dal primo Settembre prossimo, insegnerò presso la Scuola Media Chaplin, annessa alla Fratelli Bandiera. Per essere vicina a casa mia, lo è che di più non si può!!
Spero di trovarmi bene, io, come sempre, mi impegnerò al massimo; mi auguro di incontrare colleghi preparati e motivati, un dirigente capace ed efficiente ed alunni educati e desiderosi di imparare.

Se così non sarà, chiederò ancora il trasferimento, compilare la domanda on line è facile e ormai ho imparato!!!!