Il naso di Cyrano: Gazza, Arcibaldo, Cicciobello e la Fata Turchina

domenica 7 luglio 2013

Gazza, Arcibaldo, Cicciobello e la Fata Turchina



In questi giorni di “vacanza” sto girando per vari uffici al fine di risolvere problemucci vari,.

Giorni fa, mi sono recata alla sede Inps di via Igino Giordani in Roma, per risolvere un problema telematico che riguarda mia mamma.

Sono partita da casa senza troppe speranze, in verità, c’era in me come una premonizione: sapevo che avrei perso solo del tempo ma dovevo pur provarci.

Quando sono arrivata l’usciere, che, pur non avendo la gobba e gli occhi a palla, mi ha ricordato immediatamente il mitico Aigor di Frankenstein Junior, mi ha fatto prendere il biglietto con il numero di chiamata.

Non ho dovuto attendere molto, in verità, l’impiegato addetto sbrigava con estrema velocità quanto gli veniva richiesto. Ero meravigliata da tanta efficienza quando è stato chiamato il mio numero.

Sono entrata nel cubicolo numero tredici e mi sono trovata davanti il “solerte” lavoratore: magrissimo, tutto vestito di grigio, come un secondino o un carcerato dei film americani, anche il berrettuccio che portava in testa (in ufficio!!) era grigio, anche la sua faccia era grigia, grigia e malvagia, non aveva una lunga cicatrice che gli deturpasse i lineamenti ma era come se ce l’avesse! Mi sono sentita come Harry Potter davanti al malvagio Gazza

Io ho mantenuto la calma e ho raccontato a Gazza il problema che dovevo risolvere, consapevole che quello non mi ascoltava proprio. Quando ho finito di parlare mi ha detto che bisognava “rendere dispositivo” il Pin. Ho tenuto a freno ogni tentativo di ribellione linguistica (l’espressione da lui usata non appartiene in alcun modo alla lingua italiana e forse a nessuna delle lingue terrestri) e ho cercato di spiegargli che il Pin era già stato attivato per via telematica, la FI mi aveva a suo tempo aiutato ed io, per quel che riguarda l’informatica, ripongo cieca e meritatissima fiducia nella FI. Gazza  non mi ha dato retta e ha proseguito smanettando velocemente sul suo computer, dopo trenta secondi ha detto che era tutto sistemato. Quando gli ho chiesto dopo quanto tempo avrei potuto verificare mi ha risposto che bastava attendere un quarto d’ora, è rimasto male quando ho affermato che avrei aspettato un quarto d’ora e sarei tornata da lui, cosa che ho fatto e che mi ha confermato che il problema non era risolto.

A questo punto Gazza ha detto che lui doveva assentarsi e mi ha indirizzato dal suo collega “Arcibaldo”. Veramente il nome vero di costui io non lo so ma era la copia esatta di Arcibaldo, il marito di Petronilla, quelli dei fumetti: bassotto, grassotto, spelacchiato. Solo che Arcibaldo è simpatico, questo invece era antipatico davvero. Mi ha chiesto di illustrargli il problema, non è stato a sentire una parola e ha concluso dicendo che lui non è un informatico e non poteva farci niente, che nessuno di loro poteva farci niente!

Sono tornata da Aigor e ho chiesto di poter parlare con un dirigente. Aigor si è preso un bello spavento, ha cominciato a temporeggiare ma, quando ha visto che io non demordevo, è corso a chiamare aiuto…ed è arrivato Cicciobello: rotondetto, biondiccio, occhi azzurrini, nel complesso bruttarello ma apparentemente innocuo, solo che io ho capito subito che era il peggiore di tutti perché, sotto la facciata di gentilezza, mascherava la stessa ignoranza e la medesima infingardaggine degli altri. Ha fatto finta di smanettare sul pc e mi ha detto che per “rendere dispositivo” il Pin servivano ventiquattro ore. A questo punto non mi sono messa a dirgli che, per il suo collega, ci sarebbe voluto un quarto d’ora, non potevo davvero abbassarmi al loro livello, l’ho guardato come si guarda un povero demente e me ne sono andata.

A casa ho fatto un ultimo tentativo: ho telefonato al Contat center dell’Inps, mi ha risposto una gentile signora o signorina di nome Vittoria che ha ascoltato attentamente tutta la storia, si è messa a cercare con il computer nel sito dell’Inps, ha ricostruito il problema, individuato l’errore che gli impiegati avevano a suo tempo effettuato, ha preparato una comunicazione riassuntiva che mi ha letto, permettendomi di comprendere quale fosse il reale problema, l’ha inviata a chi di dovere informandomi che entro dieci giorni dovrei essere contattata dall’ente. Alla mia domanda:” E se non mi richiamano?” ha risposto che, in tal caso, avrei potuto tornare all’Inps e presentare personalmente il reclamo esponendo quanto lei mi aveva spiegato e che finalmente io avevo potuto comprendere.

Non so che aspetto abbi8a la gentile Vittoria ma, per me, somiglia alla Fata Turchina!!

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