Qualche tempo fa, tornavo a casa con la Fg, dovevamo
prendere la metro e siamo scese nei meandri sotterranei della stazione Termini.
Ad un tratto, con una buona dose di spavento, mi sono resa
conto che la Fg non era più con me. Inutilmente ho cercato di scrutare tra la
folla per capire dove fosse: ovviamente non l’ho vista, c’era tanta gente, la
Fg è larga ma non è tanto alta, io anche con gli occhiali sono una talpa.
Ho provato a chiamarla con il cellulare ma sotto terra il
mio cellulare non funziona.
Mi restava un’unica cosa da fare e l’ho fatta: mi sono
recata ai varchi e ho detto ai vigilantes che avevo perso mia figlia.
E qui è cominciato il surreale.
Gli impiegati della metro, gentilissimi, mi hanno detto: -Signora, non si preoccupi, adesso la ritroviamo. Quanti anni ha la bambina? –
- Ventisei. – ho risposto io, non è mica colpa mia se la Fg
aveva all’epoca ventisei anni.
I tizi della metropolitana prima hanno guardato me, forse
volevano capire se stessi scherzando, poi si sono guardati tra loro con aria
leggermente criminosa.
- Tranquilla signora, adesso la chiamiamo – mi hanno detto,
chiedendomi come si chiamasse la figlia.
Dopo che io avevo detto il nome, uno dei due si è infilato
nel gabbiotto e pochi secondi dopo dall’altoparlante usciva questo messaggio:
- La signorina **(che sarebbe la Fg) è pregata di recarsi ai
varchi direzione Rebibbia per recuperare sua madre che si è perduta.-
E già messa così io ho iniziato a vergognarmi: non mi ero
perduta io, era la Fg che mi era sparita da vicino.
Ovviamente, dopo pochi minuti la Fg è arrivata. Ovviamente,
mi ha aggredita verbalmente, rimproverandomi per la mia sbadataggine. Lei
rimproverava me. Per la sbadataggine. I due vigilantes sghignazzavano ormai apertamente,
devono vedere tutti i giorni madri che rimproverano i figli che si sperdono
nella metropolitana, il contrario è più insolito.
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