Da quando la Fg è andata a vivere
con il suo amore, io mi sento molto sola; con la Fg condivido molte passioni: la lettura, il
teatro, il cibo e mi manca parecchio la nostra complicità; parafrasando
un’immortale battuta di ser Daniel Bracknell, nella Freccia nera, noi due
insieme siamo capaci di commettere innumerevoli “infamie”!!
Con la Fi, invece, non ho molti
punti di contatto, generalmente amiamo cose diverse e poi lei, lavorando, non
ha molto tempo libero.
Un argomento che condividiamo è
il caffè.
Io, da qualche tempo, non posso
più berne molto perché altrimenti non riesco a dormire ma questo non vuol dire
che abbia smesso di farne uso, solo devo contenermi nella quantità.
La Fi da qualche tempo ha
comperato la macchina per fare l’espresso con le capsule; per la forma e
l’espressione, io l’ho ribattezzata “Tonto”, come una delle due guardie
avvoltoio in Robin Hood di Walt Disney.
Tonto fa un caffè di buona
qualità, a saper trovare le capsule giuste.
Le capsule si trovano anche nei
supermercati e nelle gastronomie ma non tutte vanno bene e non tutte
corrispondono al nostro gusto; per noi, il caffè deve essere: carico, corposo,
aromatico, ristretto.
Ieri mattina, io e la Fi siamo
andate in un negozio dove, appunto, vendono capsule per il caffè. Ci ha accolte
una gentile signorina che ci ha spiegato quali capsule erano adatte al nostro
Tonto e ci ha chiesto se volevamo assaggiare. Alla nostra risposta positiva, la
fanciulla ha cominciato a sfornare bicchierini di varie miscele che noi,
coscienziosamente, assaggiavamo, un po’ per farci un’idea, un po’ perché pareva
brutto tradire siffatta gentilezza. Io, veramente, un po’ di inquietudine ce
l’avevo: pensavo che, con tutti quegli assaggi, mi stavo preparando un paio di
notti, forse anche tre, di insonnia totale, infatti stanotte non ho
praticamente dormito ma i caffè erano troppo buoni e, sia pure con notevole
senso di colpa, continuavo a degustare … e a mettere nel cestino, fornitoci
dalla cortese donzella, tra l’altro dotata di delizioso accento toscano, le
capsule di varie, deliziose miscele.
Anche la Fi faceva man bassa tra
un sorso e l’altro, anche perché il prezzo era vantaggioso; ci siamo fermate a
cinquanta capsule, se ne avessimo prese cento, avremmo risparmiato anche di più
ma ci è sembrato troppo.
Uscite dal negozio paradisiaco,
ci siamo poste il problema: dove mettere, nella nostra piccola cucina, le
cinquanta capsule, più le altre che già avevamo a casa?
In un negozio abbiamo comperato
un contenitore a cassettini, dove conservare le capsule, divise secondo la
gradazione di intensità e un contenitore fondo, dove mettere le riserve.
Mentre passeggiavamo, abbiamo
incontrato dei chioschi dove erano in vendita delle specialità alimentari di
varie regioni, io non ho resistito al richiamo della toma, immortale formaggio
piemontese, stagionato in grotta, ne ho comperato un po’ insieme ad un salamino
al Barolo! Mi sono anche fatta tentare dalle olive siciliane piccanti, vendute
in un altro chiosco!
Poi, io e la Fi siamo andate a
pranzo in un delizioso ristorante che si chiama “La casetta di marzapane” dove
fanno dei menù regionali, buonissimi e a prezzo veramente contenuto. Circondate
da gradevole musica jazz, bevendo un ottimo prosecco veneto, io ho preso il
menù campano: mozzarella di bufala, gnocchi alla sorrentina, purpetielli
affogati, mentre la Fi si è deliziata con quello pugliese: cozze, orecchiette
con cime di rapa, frittura di pesce.
Dopo esserci fatte beffe di tutti
i sensi di colpa che, invano, l’Estetica e la Salute tentavano di scatenarci
contro, siamo tornate a casa sazie e soddisfatte e ci siamo anche divertite a
mettere le varie capsule nei contenitori che abbiamo dotato di etichette per
ritrovare a colpo sicuro i vari tipi di miscele!!
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