Il naso di Cyrano: ottobre 2015

domenica 25 ottobre 2015

Il cielo blu



Stamattina, mentre andavo al Cimitero, un po’ triste, un po’ con la testa alle mille cose da fare per la scuola: pezzi di carta inutili, per lo più ma che se non vengono consegnati i dirigenti fanno un mucchio di storie, mentre camminavo guardando con molta attenzione il marciapiede, sconnesso come tutti i marciapiedi romani e mi concentravo per non cadere e sfracellarmi come mi capita spessissimo, ho alzato gli occhi al cielo e mi sono fermata estasiata.
Il cielo romano, in questo terso sabato d’ottobre, era di un azzurro del tutto simile a quello che Luca della Robbia, nel Quattrocento, riusciva a creare per i suoi smalti meravigliosi, quell’azzurro che tanto piace alla mia Fg e che la fa camminare a naso in su, con conseguenti craniate devastanti contro pali della luce e paline dell’atac.
Un azzurro che non si può descrivere, che esiste solo nelle opere dei della Robbia e nel cielo di Roma e chi non lo ha mai visto non può capire.
Chi non lo ha mai visto non può capire perché io, dopo aver alzato gli occhi, per un po’, ho dimenticato la mia tristezza, i pezzi di carta, il dirigente scolastico e tutte le altre noie e mi sono ritrovata il cuore pieno di gioia stupita e rallegrante. Io non lo so spiegare: semplicemente, quel cielo ti invita a tuffarcisi dentro.
Ecco, Leopardi, anche se lui non si riferiva a Roma, ci ha descritto quello che il cielo di questa città fa alle nostre anime:
“Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare”

domenica 18 ottobre 2015

Che week end!



Un fine settimana strepitoso. Mi sono divertita un mondo.
Venerdì pomeriggio sono andata con la Fi alla Sapienza a visitare la Maker Faire, la fiera degli inventori.
C’erano moltissime cose, invenzioni per la casa, per la salute, per la conoscenza, per il divertimento, per la sicurezza e via dicendo.
Ho visto droni volanti, stampanti in treD, carrelli per la spesa che camminano da soli, ho disegnato seguendo le linee di un ologramma, ho ammirato la macchina che fa i cocktail da sola, due robot che giocavano a calcio, segnali stradali che mutavano a seconda delle condizioni climatiche, perfino dei parastinchi per gli atleti che erano in grado di riconoscere e segnalare falli e simulazioni!
Si potevano fare domande agli espositori e io ne ho fatte, tante. Quando gli espositori erano stranieri, era necessario parlare in inglese e io ho biecamente sfruttato la Fi che traduceva nella lingua albionica le domande e poi mi ripeteva le risposte in lingua comprensibile.
Solo nello stand degli ologrammi ho parlato io con l’espositore straniero: era un francese gentilissimo.
La mostra mi è piaciuta così tanto che, poiché non siamo riuscite a vedere tutto venerdì, abbiamo deciso di tornarci ieri, anche perché era un’occasione per stare un po’ con la Fg e il suo amato bene (da ora in poi: Ab), giunti dalla Francia proprio per l’occasione. Loro adorano l’elettronica e sanno anche costruire degli aggeggi di varia utilità. Siamo stati bene, anche se ieri c’era una folla da delirio e ci voleva davvero tanta pazienza, tra ragazzini urlanti e adulti non sempre educati, per stare in fila ed aspettare di poter avvicinarsi agli stand.
Il settore che mi è piaciuto di più(e come poteva essere altrimenti?) è stato quello delle scuole.
Diversi Istituti Tecnici, di varie regioni italiane, hanno esposto i lavori prodotti nei loro laboratori. Gli allievi, che cortesemente hanno risposto alle mie domande, erano un po’ emozionati, alquanto soddisfatti e decisamente orgogliosi delle loro realizzazioni. Spero che abbiano un futuro luminoso perché se lo meritano, ovviamente lontano da questa nazione che ospita questo tipo di mostre e non spende una lira per le Università e la ricerca, come hanno sottolineato i manifestanti che venerdì sono stati caricati, senza tanti complimenti, dalla polizia.
Stamattina sono, per così dire, rientrata nei ranghi. Con la Fg siamo andate a visitare la mostra su James Tissot, pittore francese dell’Ottocento che visse a lungo nell’Inghilterra vittoriana e che si discosta notevolmente dall’Impressionismo allora imperante.
Tissot si ispira al Classicismo di Ingres e ai Preraffaelliti, la precisione del suo tratto e della pennellata è quasi maniacale, così come l’attenzione ai dettagli e la precisione della resa pittorica.
Guardando le sue opere si prova un piacere da esteti, quasi decadente.
Alla bellezza sublime delle opere, per me, si è aggiunta la felicità di condividere le mie sensazioni con la Fg, alla quale la mostra è piaciuta quanto è piaciuta a me.
Quando entrambe siamo in sintonia, davanti ad un’opera d’arte, mentre gustiamo una saporosa vivanda, quando assistiamo a uno spettacolo di qualità, io e lei sappiamo cos’è la felicità.
Stasera la Fg e il suo Ab sono ripartiti ma torneranno presto e sicuramente passeremo altri bellissimi momenti insieme.

domenica 11 ottobre 2015

E lasciatemi divertire



Lo diceva Palazzeschi quando scriveva le sue composizioni a metà tra il Futurismo e il Surrealismo.
Io non sono brava come lui a scrivere versi ma so fare tante cose carine per i miei alunni.
In questi giorni ho usato un po’ del mio pochissimo tempo libero per costruire WordPuzzle e Parole incrociate per far giocare i ragazzi dei Laboratori pomeridiani.
Loro giocano e in contemporanea imparano, almeno spero, vocaboli, verbi, parole, regole.
Sì, perché i miei giochi contengono verbi latini, regole ortografiche e persino vocaboli greci per gli allievi del laboratorio di Greco antico!
Quest’anno ho due laboratori di Latino, uno di Recupero ortografico grammaticale e uno di Greco antico e mi diverto tanto insieme agli alunni che dimostrano interesse e buona volontà.
Per gli allievi della terza media che ho la mattina, alunni a base silicio questi, ho preparato una serie di mappe sui Climi, argomento fondamentale per lo studio della Geografia ma che loro rigettano come assolutamente indigesto! Speriamo che le mie mappe, con i loro colori strategicamente scelti per aiutarli a categorizzare, servano ad aiutarli a capire.
Forse non serviranno a molto ma io mi sono divertita a costruirle.
Ho anche preparato una presentazione in Power Point sui premi Nobel assegnati ad italiani.
E’ di ieri la notizia che il Nobel per la Pace è stato assegnato a delle associazioni tunisine. In classe ci sono due sorelle originarie della Tunisia, domani intendo complimentarmi con loro e cogliere l’occasione per fare una lezione sull’argomento.
La Presentazione mi è venuta proprio bene, completa di musica ed immagini.
Quando mi dedico a queste attività, mi sento proprio bene, sono consapevole di fare cose intelligenti che, magari, non serviranno a molto per i miei alunni ma che servono a me per passare qualche ora felice.

domenica 4 ottobre 2015

Poesia d’Autunno



Roma, in Ottobre, nonostante la sporcizia che invade le strade, il traffico reso ancor più infernale dagli scioperi, l’aspetto sciupato degli antichi palazzi, dà, decisamente, il meglio di sé.
Passeggiare per le strade del centro, lungo il Tevere, costeggiare  le chiese e visitare i giardini romani in Ottobre è un’esperienza unica.
Alle giornate grigie di pioggia si alternano giorni colorati di tutte le sfumature che vanno dal “flavus” del fiume al  rosso della vite americana, al marrone dorato delle foglie dei platani.
Certo, il turista che ammira cotanta bellezza rischia di essere travolto dai rivoli d’acqua che, non potendo defluire nelle fogne, intasate dalle bellissime foglie cadute e mai raccolte dagli scopini dell’azienda  municipale,  defluiscono, con giustificata violenza, tra le sue gambe.
Resta il fatto, incontestabile, che Roma ad Ottobre è la città più bella del mondo, dopo Firenze, ovviamente, che è la città più bella del mondo per tutto l’anno.
Anche i giorni grigi hanno fascino a Roma, quando piove sembra di ritornare al Seicento, agli anni grigi della Controriforma, alla santa inquisizione, a Giordano Bruno.
Quando piove a Roma si verifica, ormai da diversi anni uno strano fenomeno: due secondi prima che cada la prima goccia di pioggia sul dissestatissimo pavé capitolino, si materializzano i venditori ambulanti che esibiscono una ricchissima fornitura di ombrelli di varie misure e colori e di ponchos, le deliziose mantelle di plastica con cappuccio, anche queste coloratissime, che, se proteggono benissimo dalla pioggia, grazie al fatto che sono di tessuto impermeabile, fanno fare certe sudate che, alla fine, uno si sarebbe bagnato meno sotto l’acqua battente.
Mio marito era solito dire che quando piove, nei boschi spuntano i funghi e a Roma spuntano i venditori di ombrelli.
Tra tanti luoghi bellissimi, però, in Ottobre il più bello è casa mia. Ad Ottobre si tirano fuori le coperte, le copertine, le vestaglie di lana, le magliette con le maniche lunghe.
Casa mia non si colora d’autunno perché resta blu tutto l’anno ma quello che cambia è l’atmosfera, finalmente si possono chiudere le finestre e i doppi vetri tengono fuori i rumori lontani. Nell’ovattato silenzio, rotto soltanto, a mezzogiorno e alle sei della sera, dal diabolico, lunghissimo scampanio della chiesa vicina, dopo una demenziale giornata di lavoro, posso rilassarmi, avvolta in una delle mie copertine calducce, leggendo un libro in formato e-book o guardando un film o un documentario, sorseggiando un the caldo o una tisana dalla mia bella tazza decorata con tanti gufetti. E’ come stare in uno scrigno di velluto. Blu, ovviamente!