Un fine settimana strepitoso. Mi sono divertita un
mondo.
Venerdì pomeriggio sono andata con la Fi alla
Sapienza a visitare la Maker Faire, la fiera degli inventori.
C’erano moltissime cose, invenzioni per la casa, per
la salute, per la conoscenza, per il divertimento, per la sicurezza e via
dicendo.
Ho visto droni volanti, stampanti in treD, carrelli
per la spesa che camminano da soli, ho disegnato seguendo le linee di un
ologramma, ho ammirato la macchina che fa i cocktail da sola, due robot che
giocavano a calcio, segnali stradali che mutavano a seconda delle condizioni
climatiche, perfino dei parastinchi per gli atleti che erano in grado di
riconoscere e segnalare falli e simulazioni!
Si potevano fare domande agli espositori e io ne ho
fatte, tante. Quando gli espositori erano stranieri, era necessario parlare in
inglese e io ho biecamente sfruttato la Fi che traduceva nella lingua albionica
le domande e poi mi ripeteva le risposte in lingua comprensibile.
Solo nello stand degli ologrammi ho parlato io con
l’espositore straniero: era un francese gentilissimo.
La mostra mi è piaciuta così tanto che, poiché non
siamo riuscite a vedere tutto venerdì, abbiamo deciso di tornarci ieri, anche
perché era un’occasione per stare un po’ con la Fg e il suo amato bene (da ora
in poi: Ab), giunti dalla Francia proprio per l’occasione. Loro adorano
l’elettronica e sanno anche costruire degli aggeggi di varia utilità. Siamo
stati bene, anche se ieri c’era una folla da delirio e ci voleva davvero tanta
pazienza, tra ragazzini urlanti e adulti non sempre educati, per stare in fila
ed aspettare di poter avvicinarsi agli stand.
Il settore che mi è piaciuto di più(e come poteva
essere altrimenti?) è stato quello delle scuole.
Diversi Istituti Tecnici, di varie regioni italiane, hanno
esposto i lavori prodotti nei loro laboratori. Gli allievi, che cortesemente
hanno risposto alle mie domande, erano un po’ emozionati, alquanto soddisfatti
e decisamente orgogliosi delle loro realizzazioni. Spero che abbiano un futuro
luminoso perché se lo meritano, ovviamente lontano da questa nazione che ospita
questo tipo di mostre e non spende una lira per le Università e la ricerca,
come hanno sottolineato i manifestanti che venerdì sono stati caricati, senza
tanti complimenti, dalla polizia.
Stamattina sono, per così dire, rientrata nei ranghi.
Con la Fg siamo andate a visitare la mostra su James Tissot, pittore francese
dell’Ottocento che visse a lungo nell’Inghilterra vittoriana e che si discosta
notevolmente dall’Impressionismo allora imperante.
Tissot si ispira al Classicismo di Ingres e ai Preraffaelliti, la
precisione del suo tratto e della pennellata è quasi maniacale, così come l’attenzione
ai dettagli e la precisione della resa pittorica.
Guardando le sue opere si prova un piacere da esteti,
quasi decadente.
Alla bellezza sublime delle opere, per me, si è
aggiunta la felicità di condividere le mie sensazioni con la Fg, alla quale la
mostra è piaciuta quanto è piaciuta a me.
Quando entrambe siamo in sintonia, davanti ad un’opera
d’arte, mentre gustiamo una saporosa vivanda, quando assistiamo a uno
spettacolo di qualità, io e lei sappiamo cos’è la felicità.
Stasera la Fg e il suo Ab sono ripartiti ma
torneranno presto e sicuramente passeremo altri bellissimi momenti insieme.
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