Roma, in Ottobre, nonostante la
sporcizia che invade le strade, il traffico reso ancor più infernale dagli
scioperi, l’aspetto sciupato degli antichi palazzi, dà, decisamente, il meglio
di sé.
Passeggiare per le strade del
centro, lungo il Tevere, costeggiare le
chiese e visitare i giardini romani in Ottobre è un’esperienza unica.
Alle giornate grigie di pioggia
si alternano giorni colorati di tutte le sfumature che vanno dal “flavus” del
fiume al rosso della vite americana, al
marrone dorato delle foglie dei platani.
Certo, il turista che ammira
cotanta bellezza rischia di essere travolto dai rivoli d’acqua che, non potendo
defluire nelle fogne, intasate dalle bellissime foglie cadute e mai raccolte
dagli scopini dell’azienda municipale, defluiscono, con giustificata violenza, tra
le sue gambe.
Resta il fatto, incontestabile,
che Roma ad Ottobre è la città più bella del mondo, dopo Firenze, ovviamente,
che è la città più bella del mondo per tutto l’anno.
Anche i giorni grigi hanno fascino
a Roma, quando piove sembra di ritornare al Seicento, agli anni grigi della
Controriforma, alla santa inquisizione, a Giordano Bruno.
Quando piove a Roma si verifica,
ormai da diversi anni uno strano fenomeno: due secondi prima che cada la prima
goccia di pioggia sul dissestatissimo pavé capitolino, si materializzano i
venditori ambulanti che esibiscono una ricchissima fornitura di ombrelli di
varie misure e colori e di ponchos, le deliziose mantelle di plastica con
cappuccio, anche queste coloratissime, che, se proteggono benissimo dalla
pioggia, grazie al fatto che sono di tessuto impermeabile, fanno fare certe
sudate che, alla fine, uno si sarebbe bagnato meno sotto l’acqua battente.
Mio marito era solito dire che
quando piove, nei boschi spuntano i funghi e a Roma spuntano i venditori di
ombrelli.
Tra tanti luoghi bellissimi,
però, in Ottobre il più bello è casa mia. Ad Ottobre si tirano fuori le
coperte, le copertine, le vestaglie di lana, le magliette con le maniche
lunghe.
Casa mia non si colora d’autunno
perché resta blu tutto l’anno ma quello che cambia è l’atmosfera, finalmente si
possono chiudere le finestre e i doppi vetri tengono fuori i rumori lontani. Nell’ovattato
silenzio, rotto soltanto, a mezzogiorno e alle sei della sera, dal diabolico, lunghissimo scampanio della chiesa vicina, dopo una demenziale giornata di lavoro, posso rilassarmi, avvolta in
una delle mie copertine calducce, leggendo un libro in formato e-book o
guardando un film o un documentario, sorseggiando un the caldo o una tisana
dalla mia bella tazza decorata con tanti gufetti. E’ come stare in uno scrigno
di velluto. Blu, ovviamente!
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