Anche io, come tanti, alle tre e
trentasei del 24 agosto mi sono svegliata mentre il mio letto navigava tra le
onde del terremoto. Non finiva più, per 142 secondi sono stata sballottata tra
sorpresa e paura,
Ho capito subito che il terremoto
era forte e, quando sono riuscita a mettere i piedi per terra, ho acceso il
televisore per avere notizie. Le notizie sono state abbastanza tempestive e,
data l’intensità del terremoto a Roma, mi è sembrato ovvio che le parole del
sindaco di Amatrice, “Mezzo paese non esiste più”, fossero assolutamente
veritiere e purtroppo è stato così. L’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia ha subito e chiaramente diffuso i dati sulla magnitudo, dati che
non lasciavano dubbi sull’entità del disastro.
Mentre aspettavo altre notizie ci
sono state altre scosse forti, ho deciso di aprire la porta di casa per
mettermi sotto l’architrave, in quel momento i miei dirimpettai sono usciti e
mi hanno detto che loro stavano scendendo per andare nella loro vettura e ho
chiesto se potevo andare con loro. Sono stati molto gentili e mi hanno
ospitato. Siamo scesi per le scale (le norme di sicurezza dicono di non
prendere assolutamente l’ascensore), gli otto piani mi sono sembrati
interminabili anche se andavamo spediti, ero consapevole che, in caso di scossa
sismica, la tromba delle scale è il luogo più pericoloso in un edificio.
Con la vettura, ci siamo diretti
su un piazzale aperto, in giro non c’era molta gente, almeno nel mio quartiere.
Dopo un’ora, trascorsa a sentire
la radio e a smanettare sui social, siamo rientrati a casa. Ho riacceso il
televisore e ho seguito le orrende notizie che si susseguivano inesorabili. Ho
anche telefonato a mamma che mi ha detto di essere stata svegliata anche lei
dal terremoto ma mi è sembrata abbastanza calma.
Se a Roma le scosse si sono
avvertite con tanta forza, mi sono chiesta cosa devono aver provato gli
abitanti dei paesi colpiti. Spero di non dover fare mai un’esperienza così
devastante: la paura, poi il dolore della perdita di persone e cose, poi
l’angoscia per un futuro che, in italia in casi simili, è del tutto aleatorio.
In questi giorni le scosse si
susseguono e alcune sono forti e si avvertono anche a Roma. Io sono sotto
tensione, cerco di stare calma ma ho i muscoli contratti che mi fanno parecchio
male e non posso fare a meno di pensare a quanto stiano male, psicologicamente
e fisicamente, i sopravvissuti dei paesi distrutti.
E’ proprio un tristissimo finale
per questa estate.
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