Il naso di Cyrano: Compito in classe

domenica 19 febbraio 2017

Compito in classe



Hanno scelto tutti il tema sul razzismo, tutti tranne uno che ha svolto quello sulle innovazioni tecnologiche, forse perché non voleva compromettersi o forse perché si sente troppo immaturo per parlare di temi sociali.
Molti di loro mostrano comportamenti palesemente razzisti ma, poiché è noto che la professoressa non lo è, tutti hanno impostato il tema contro il razzismo.
La professoressa, tre volte a quadrimestre, è chiamata all’ingrato compito di leggere e correggere i compiti in classe degli alunni, tre, quattro ore buttate a leggere scemenze mal scritte. Anche questa volta i compiti sono pieni di luoghi comuni, buttati sulla carta senza un briciolo di analisi, di riflessione, di partecipazione, come in uno di quei programmi delle tv mediaset: aria fritta, buona solo per gli ignoranti e gli imbecilli. Poiché gli alunni della professoressa sono, a tutti gli effetti, imbecilli ed ignoranti, l’aria fritta è espressa anche in uno pseudo-italiano, farcito con errori ortografici, grammaticali e sintattici degni dei peggiori talk-show televisivi.
La professoressa li legge, sottolinea diligentemente in penna rossa gli errori più marchiani, attribuisce una valutazione di sufficienza, come da ordini di scuderia (si sa, i dirigenti scolastici non vogliono guai con genitori anche più ignoranti della loro prole ma aggressivi e polemici), mentre una vaga nausea la prende alla bocca dello stomaco e mentre si chiede che senso abbia ormai il suo lavoro e quando riuscirà ad andare finalmente in pensione.
Poi accade un piccolo miracolo: un compito, uno solo su ventiquattro, è incredibilmente perfetto: idee originali, personalissime, esempi calzanti tratti dalla storia e dalla cronaca, uno stie piano, scorrevole, ben strutturato. La professoressa rilegge, incredula ma non troppo: sa che l’autrice è una alunna diligente, una delle pochissime che la ascolta quando lei fa lezione, una ragazzina che sta crescendo bene tra coetanei-spazzatura. La professoressa rilegge e poi, con un piccolo sospiro di sollievo, scrive la valutazione: Dieci e sa che quella alunna, quel compito e quel voto giustificano e danno ancora un senso al suo lavoro.

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