La prima è
stata quella dell’agenzia fotografica Magnum che mi ha suscitato un bel po’ di
angoscia, perché le fotografie esposte documentavano, in maniera superbamente
efficace, la sofferenza dell’uomo moderno, declinata in tutti i suoi aspetti:
la guerra, la distruzione, l’emarginazione, la povertà, la solitudine non
voluta, l’umiliazione e via dicendo.
Dopo aver
visto le fotografie, tante e tutte più o meno atroci, si ha la consapevolezza
che i potenti calpestano senza alcuna remora la gente comune e che la gente
comune è assolutamente inerme nei confronti dei potenti. Sono uscita dalla
mostra davvero angosciata.
La seconda
mostra, che io e Cat abbiamo visto, è stata quella dei dipinti di Turner e qui
l’atmosfera era tutta diversa: erano esposti solo paesaggi; la luce, l’acqua,
la nebbia e le brume dominavano un mondo che sembrava abitato da fate e
folletti, un mondo fantastico, romantico, incantato, estremamente invitante e
riposante.
A pensarci
bene, le due mostre sono un po’ la metafora della mia vita in questo periodo:
da un lato una realtà miserabile, fatta di politici incapaci, gentaglia
disonesta, arrogante ed ignorante che approfitta biecamente di tutto e di tutti
e dalla quale rifuggo come la peste. Da un lato, invece, i miei libri, la
musica, i miei occhi che finalmente vedono bene e che cercano la bellezza dei
colori e della luce, i miei alunni che mi hanno accolto con tanto affetto al
mio ritorno a scuola, la Fg che continua a dimagrire e mi invia le foto della
sua nuova ed antica bellezza, il cielo azzurro Della Robbia di questa primavera
romana, che incanta se si ha l’accortezza di non guardare la città, martoriata
dalla pessima amministrazione, fissando lo sguardo, invece, sulle cupole e sul
cielo.
Nessun commento:
Posta un commento