Domenica scorsa, con la Fg, siamo
andate a vedere la mostra su Hiroshige alle Scuderie del Quirinale.
C’era un gran numero di stampe
che raffiguravano tanti paesaggi del Giappone, in vari periodi dell’anno.
Le stampe giapponesi non sono mai
riproduzione realistica, piuttosto sono da intendersi come una
reinterpretazione della realtà da parte dell’autore che spesso fissa la sua
attenzione non sugli elementi più ovvi ma va ad indagare il particolare
nascosto oppure interpreta e ricrea gli elementi naturali come l’aria o
l’acqua.
Tra i maestri giapponesi,
Hiroshige è assolutamente il mio favorito: oltre a raccontare, come in una
fiaba magica, elementi come la neve, la luce, la pioggia, le nuvole, Hiroshige
ci presenta la gente, talvolta i ricchi, talvolta i poveri, le dame vestite di
splendidi kimono, i nobili che viaggiano nelle portantine e lo fa con
miniaturistica attenzione ai particolari, con tanta tenerezza e con un pizzico
di ironia.
Io e la Fg ci siamo tuffate, attraverso
un viaggio immaginario, in un Giappone immaginato, ricco di colori brillanti e
misteriosi, descritto attraverso immagini che fanno pensare ad illustrazioni di
un libro di fiabe e per quasi due ore abbiamo condiviso la felicità offerta da
questo tuffo nella bellezza.
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