Può sembrare incredibile ma io,
quando sto con i miei alunni, mi diverto molto.
I motivi sono tanti: i ragazzini
in genere sono imprevedibili, spesso ingenui e le loro domande e le
osservazioni che fanno possono risultare a volte comiche, hanno un modo di
guardare alla vita differente da quello che ho io, può sembrare superficiale (e
spesso lo è) ma è anche un modo pieno di aspettative e di speranze e quelle ce
le ho anche io, anche se sono differenti dalle loro.
Un altro motivo è che quasi tutti
i miei alunni non sono stati ancora contaminati dalla disonestà, se fanno una
malefatta, quasi tutti sono disposti a riconoscere la loro colpa o il loro
coinvolgimento, sanno esattamente quando fanno qualcosa di non corretto ed è
facile, per me, leggerglielo negli occhi, insomma, in loro c’è ancora un po’ di
Cyrano e un po’ di Don Chisciotte e, in genere, io e loro ci capiamo bene.
Un altro motivo del mio
divertimento è che a loro piace sentire storie raccontate, magari poi non le
studiano o le studiano male ma gradiscono sentirle. E io amo profondamente
raccontare storie di ogni genere e, soprattutto adoro raccontare quella più
bella di tutte: la Storia dell’Uomo, dei suoi progressi, delle sue scoperte,
delle sue malvagità e meschinerie e della sua grandezza, della sua curiosità,
di quel cammino di cui tutti siamo parte. Quando io racconto loro si incantano,
ascoltano e poi fanno tante domande. E io e loro siamo felici.
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