Dopo una settimana bella piena e non è una novità, stasera ho invitato per una pizza a casa mia, R, S e L. Ormai formiamo un piccolo gruppo affiatato, stiamo proprio bene insieme e
parliamo di tante cose. Loro mi piacciono perché, anche se sono nella terza
età, sono dinamici e fanno tante cose. Per esempio, L fa un corso di Yoga e si
trova bene, R e S hanno cominciato il corso di Informatica, quello di Storia
dell’arte e quello di Bridge, tra poco inizieranno anche il corso di Canto e si
divertono ad imparare cose nuove.
Certo loro sono in pensione e
hanno più tempo di me però anche io, per quel che posso, faccio attività
stimolanti: tutte le mattine mi esercito nel Pilates, leggo in tutti i ritagli
di tempo (Tra i settante e gli ottanta libri l’anno. Tengo il conto perché
spesso i ragazzini, a scuola, me lo chiedono), visito mostre e luoghi d’arte.
Insomma, noi tutti cerchiamo di
tenere in forma le nostre “Celluline grigie” per dirla con Poirot.
Comunque io, avendo ancora per
qualche anno la scuola e gli alunni, sono facilitata, insegnare significa anche
imparare, studiare; essere a contatto con i ragazzini è una palestra mentale
che richiede abilità, capacità di adattamento, flessibilità, necessità di
essere sempre un po’ più avanti a loro, al presente, alla tecnologia, alla
società.
Le infinite domande che i
ragazzini fanno (Chi lo dice che non si interessano a niente? Loro sono
interessatissimi ma non alle cose che riguardano noi vecchi) richiedono un
continuo aggiornamento da parte di noi adulti, loro stanno un bel po’ avanti,
inutile negarlo e, se non si riesce a stare al passo con loro, si annoiano e
allora, certo, non fanno più domande, almeno a quelli che non sanno dar loro
risposte.
Un lavoro faticoso ma vivace come
la vita stessa. E piacevole, tanto piacevole, come la bella serata che ho
passato stasera in compagnia dei miei amici.
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