Lunedì il posturologo mi ha dato
i plantari e, dopo aver comprato scarpe e pantofole adatte, ho cominciato ad
indossarli. Martedì camminavo come un pinguino ubriaco, la Fg, memore dei miei
trascorsi parigini non ci ha fatto granché caso, in fin dei conti fu lei che mi
soprannominò “Maman penguin” perché, a causa del freddo e degli strati di
collant, pantaloni, maglioni e cappotti, mi muovevo davvero come un pinguino.
In questi pochi giorni che è
stata a Roma mi ha raccontato tanti episodi divertenti e abbiamo riso davvero
molto. Martedì sera lei, la Fi e i loro amati beni sono venuti da me a cena,
abbiamo ordinato le pizze e siamo stati in buona compagnia. Adesso è ripartita
e ci rivedremo per le vacanze di Natale.
Venerdì, visto che camminavo un
po’ meglio e il piede, con il plantare, duole meno, ho osato un’uscita più
lunga delle solite passeggiatine per andare a fare la fisioterapia che,
peraltro, è del tutto inefficace, e, con la mia amica L., siamo andate a
palazzo Bonaparte a vedere la mostra “Impressionisti segreti”.
E’ stato un vero tuffo nella
bellezza: il palazzo, da poco restaurato ed aperto al pubblico è un
bell’esempio di architettura sei-settecentesca, non grande ma molto armonioso,
fu residenza di Madame Mère, Letizia Ramolino, la madre di Napoleone. Abbiamo
visitato il primo piano e il famoso balconcino dal quale Madame osservava il
passeggio su via del Corso.
La mostra è bellissima, sono
esposte cinquanta opere, tutte da collezioni private, mai esposte prima al
pubblico; sono presenti opere di Renoir, Seurat, Pisarro, Cesanne, Morissot,
Caillebotte, tra gli altri e, soprattutto il mio amatissimo Monet con le sue
atmosfere brumose, le sue acque liquide, i riflessi dell’aria e della luce, le
vibrazioni di un’atmosfera magica e avvolgente. Ho passato un’ora di intensissima
felicità, sentendomi perfettamente a mio agio nella casa di Madame Mère, tra la
bellezza raccontata da artisti che comprendo assai bene.
Io e L. abbiamo completato la
nostra splendida mattinata pranzando all’Edoardo II, il divertente ristorante
di vicolo Margana che avevo scoperto questa estate, dove siamo state
calorosamente accolte dal proprietario e dove ho mangiato del pesce spada
arrosto e delle alici divine, completando il tutto con un babà al rhum
decisamente sopraffino.
Sono tornata a casa immersa nella
felicità, anche perché il piede, nonostante la passeggiata, era quasi sgonfio e
faceva appena un po’ male, il che è decisamente un buon progresso.
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