Scenetta deliziosa all’uscita da scuola. In questo anno, causa covid, noi delle Medie usciamo dalla scala antincendio che affaccia nel cortile da dove escono anche i bimbi della Scuola materna e giovedì, all’uscita ho assistito ad una scena che mi ha intenerito.
Vicino al cancello c’era una signora che aveva appena finito di sistemare sul seggiolino della sua bicicletta una bimba minuscola, in lacrime perché su quel seggiolino non voleva proprio starci.
Sopraggiungeva un padre con due bambini, uno, piccolissimo, tirava per il braccio il fratellino, appena più grande di lui e della bambina piangente.
Al vedere la piccola in lacrime, quest’ultimo si è fermato, ha comunicato al fratello più piccolo con molta gentilezza ma anche con una certa fermezza:” Tra poco giochiamo.” Poi si è rivolto con una grazia infinita alla fanciullina è le ha detto:” Sai, a me piaceva tanto andare sul seggiolino della bicicletta, quando ero piccolo.” La bimbetta ha smesso di piangere e il giovanissimo gentiluomo se ne è andato a giocare con il fratello minore.
Il tutto è avvenuto con una naturalezza ed un’eleganza che nessuna parola al mondo può raccontare; quel bambino ha dentro di sé l’Umanità più vera e più forte di qualsiasi pensiero, idea o ideologia: il sentimento dell’altro come fratello; un’Umanità che forse nasce dall’educazione che sta ricevendo dalla famiglia ma che risultava, comunque, completamente e naturalmente interiorizzata in lui. Una scena dolcissima che trova il suo culmine commovente nel finale della frase, in quel “Quando ero piccolo”, detto da un bambino che non ha più di quattro anni e che, però, si sente ed è ”grande”; Grande, veramente.
Vicino al cancello c’era una signora che aveva appena finito di sistemare sul seggiolino della sua bicicletta una bimba minuscola, in lacrime perché su quel seggiolino non voleva proprio starci.
Sopraggiungeva un padre con due bambini, uno, piccolissimo, tirava per il braccio il fratellino, appena più grande di lui e della bambina piangente.
Al vedere la piccola in lacrime, quest’ultimo si è fermato, ha comunicato al fratello più piccolo con molta gentilezza ma anche con una certa fermezza:” Tra poco giochiamo.” Poi si è rivolto con una grazia infinita alla fanciullina è le ha detto:” Sai, a me piaceva tanto andare sul seggiolino della bicicletta, quando ero piccolo.” La bimbetta ha smesso di piangere e il giovanissimo gentiluomo se ne è andato a giocare con il fratello minore.
Il tutto è avvenuto con una naturalezza ed un’eleganza che nessuna parola al mondo può raccontare; quel bambino ha dentro di sé l’Umanità più vera e più forte di qualsiasi pensiero, idea o ideologia: il sentimento dell’altro come fratello; un’Umanità che forse nasce dall’educazione che sta ricevendo dalla famiglia ma che risultava, comunque, completamente e naturalmente interiorizzata in lui. Una scena dolcissima che trova il suo culmine commovente nel finale della frase, in quel “Quando ero piccolo”, detto da un bambino che non ha più di quattro anni e che, però, si sente ed è ”grande”; Grande, veramente.
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