Quando io ero una ragazzina i figli si allevavano spartanamente. Se desideravamo qualcosa, io, mio fratello ( da ora in poi GS ) e Cat dovevamo guadagnarcelo, nel senso che dovevamo studiare e fare il nostro dovere.
Regali ne avevamo, a Natale e per il compleanno. Io e GS, in genere, chiedevamo libri, eravamo e siamo rimasti appassionati lettori.
Cat, invece, non leggeva, è un piacere, quello di leggere, che ha scoperto più tardi, a lei regalavano peluches, ne aveva una collezione.
Io e GS eravamo letteralmente affamati di libri.
Io ho cominciato a sette anni. Babbo Natale mi portò il libro Cuore di De Amicis e me lo lessi facendoci su tanti di quei bei pianti che mi piacque da morire, già da allora mi piacevano i libri tristi! Mi è andata bene, a pensarci, il libro Cuore, letto da un ragazzino moderno, gli leverebbe per sempre la voglia di leggere.
Mio fratello partì con l’ edizione originale dei Tre moschettieri di Dumas, a sette anni, pure lui.
Da allora non abbiamo più smesso.
Il problema era che leggevamo troppo velocemente in rapporto all’ acquisto e alla donazione di libri.
C’ era la bibliotechina di classe e noi la utilizzavamo, eccome! Solo che a Novembre avevamo già letto tutti i libri disponibili.
Allora ci scambiavamo le letture. A quell’ epoca c’erano libri da maschi e libri da femmine, nel senso che a mia madre non sarebbe MAI passato per la testa di regalare a me un libro sui corsari e a mio fratello Piccole donne. Lui riceveva volumi di Salgari, Verne, Conrad e altri autori di avventure, io avevo lo scaffale pieno di Burnet, Alcott, Anguissola ecc:
Così, leggevamo di tutto, aggirando la differenza di sesso, lui, dopo Sandokan, si leggeva il Piccolo lord e io, dopo Priscilla, partivo per il Giro del mondo in 80 giorni con Mr Fogg.
Leggevamo e rileggevamo, sì, rileggevamo più volte i nostri libri quando non ne avevamo di nuovi.
Poi c’ erano le malattie, per noi erano una manna e non perché non si andava a scuola ma perché mia madre, per farci stare tranquilli, quando ci ammalavamo ci regalava libri!
Era bello starsene a letto, sia pure con la febbre, immersi in una storia nuova.
Il morbillo fu una festa per noi, era una malattia che richiedeva una lunga degenza e di libri in quell’ occasione ne avemmo tanti e ci dispiacque parecchio quando guarimmo!
E’ sicuramente per questo che, se oggi io devo risparmiare, posso privarmi di tutto, anche del cibo, ma a casa mia troverete sempre un libro che non ho ancora letto.
Il che è bello e istruttivo