

La FG aveva circa due mesi quando la battezzammo. Era una pupa buonissima, a patto che le dessimo cibo. Piangeva solo quando aveva fame, adorava succhiare, succhiava tutto e, infatti, durante la cerimonia se ne stette, avvolta in veli e organdis rosa, tranquillissima a succhiare il mio braccio.
La FI, che all’ epoca aveva tre anni, elegantemente abbigliata e saldamente ancorata alla mano del padre, seguiva tutto con la massima attenzione.
Le avevamo spiegato che anche lei era stata battezzata, le avevamo fatto vedere le fotografie, il bigliettino, la bomboniera del suo battesimo ma era chiarissimo che la gelosia la divorava. Per questo avevamo deciso di tenercela vicino e di farla partecipare alle varie fasi del rito.
Quel giorno le creature da battezzare erano quattro, tre femmine e un maschio.
Venne il momento in cui il sacerdote versa l’ acqua sulla testa del battezzando. Noi eravamo gli ultimi. Gli altri tre bambini strepitarono non poco al fatidico momento, la FG continuò imperterrita a succhiare il mio braccio che ormai grondava saliva e non mostrò nessun segno di fastidio per l’ acqua che il prete le versò in testa. Il sacerdote, a questo punto, rivolse un sorriso alla FI che ricambiò con uno sguardo pieno di odio ed esclamò:”Tu a me la testa non me la lavi!” In effetti, se c’ era una cosa che non sopportava era farsi lavare i capelli.
Il prete si affrettò a rassicurarla e tornò ad officiare il rito che proseguì senza ulteriori incidenti fino alla fine.