Il naso di Cyrano: febbraio 2010

sabato 27 febbraio 2010

Sistema dimagrante

Devo dimagrire, devo buttar giù due chili, due maledettissimi chili. Gli ultimi due, ne ho già smaltiti quattro perché sto a dieta e vado in palestra.
Ma gli ultimi due diabolici chili non se ne vanno. Il mio organismo si è abituato al mio stile di vita e non dimagrisce più.
Ma io sono una tipa caparbia e, quando decido di fare una cosa, la faccio e basta.
Sulla bilancia ho fatto un bel discorsetto ai miei due chili di troppo, ho detto:” Cari miei, voi ve ne dovete andare, sparire, volatilizzarvi e adesso vi faccio vedere io!”
E stamattina, validamente aiutata dalla FI, mentre la FG continuava a dimenarsi nella sua tesi, ormai è invasata, mi sono messa a fare le pulizie di Pasqua.
Lo so che a Pasqua manca ancora un mese e che voi vi state chiedendo in preda all’ansia che cosa c’entrino le pulizie con il dimagrimento.
C’ entrano e come! Io non faccio soltanto un po’ di pulizia, io pulisco tutto, lampadari, specchi, mobilio, soprammobili, pavimenti. Lavo e stiro tende e centrini, tiro a lucido mattonelle ed elettrodomestici.
Insomma, mi trasformo in “Cesira lava e stira” e dimagrisco perché fatico più che in palestra.
Infatti stasera mi sono pesata e ho perso uno dei due infernali chili. Ne è rimasto uno solo e domani farò un altro tour de force.
Domani sera avrò una casetta tutta linda e profumata e, spero, il mio peso forma!

sabato 20 febbraio 2010

Tragedie , che passione!

Ieri sera, all’ Eliseo, io e la FG ci siamo gustate l’ Ecuba di Euripide.
Un’ ora e mezzo (era una versione ridotta) di sangue e morte, in un universo senza dio, disperato e feroce, di quella ferocia che gli uomini conoscono assai bene.
L’ empio Euripide, al contrario dei suoi illustri predecessori, non ci racconta la furia degli dei ma quella dei disumani esseri umani.
I personaggi di Euripide sono così feroci che, alla fine, lo spettatore li odia tutti, anche quelli che hanno ragione; il fatto è che è davvero piacevole odiare quei cattivi là. Sono grandi, magnanimi nella loro malvagità, oserei dire. Insomma, non c’è niente di meschino, o quasi. In effetti, Polinestore, che ammazza il figlio di Ecuba per fregarsi il tesoro, è piuttosto miserevole ma gli altri sono tremendi.
Persino Ulisse, che in genere è simpatico, nell’ Ecuba è un cinico libertino ante litteram.
Ce la siamo goduta, nonostante un gruppo di adolescenti maleducati e stupidi, con il loro incessante chiacchiericcio, ci ricordassero la meschina realtà del quotidiano, veramente, quando Ecuba, per vendetta, fa fuori i due figli di Polinestore, abbiamo avuto la tentazione di buttar giù dalla balconata i teen agers decerebrati e di invitare la regina troiana a sgozzare anche quelli.
Poi abbiamo deciso di lasciar correre.
Stamattina sono andata in Biblioteca Nazionale, ho aiutato la FG nelle sue ricerche bibliografiche e poi ho trovato il testo di una deliziosa commedia di Aldo De Benedetti, si intitola “Due dozzine di rose scarlatte”, è introvabile in libreria. Me la sono letta mentre aspettavo le fotocopie di altri testi divertendomi parecchio.
Oggi pomeriggio, invece, ho iniziato a sistemare il testo della “Nemica”, drammone romantico di Dario Niccodemi. Anche questo è un testo introvabile, sono riuscita a reperirne una copia in Internet ma è disastrata e devo correggere un sacco di parole, lavoro affascinante ma lungo.
Insomma, un altro fine settimana teatrale assai piacevole però, giuro, domani correggerò i compiti in classe e l’ultima parte della tesi della FG!!!

domenica 14 febbraio 2010

Settimana 10 e lode

In questi sette giorni ho assistito a tre spettacoli teatrali veramente deliziosi, qi quali io e la FG, che siamo solite dare i voti a ciò che vediamo, abbiamo assegnato il voto massimo: dieci e lode.
Martedì, sotto un diluvio biblico, siamo andate al Quirino, c’ era “Il lago dei cigni”, immortale balletto di quel genio di Tchaikovskji, interpretato dai balletti russi. Una favola. Scene e costumi bellissimi, musica appassionante, ballerini impeccabili. Era la prima ed era inevitabile mettersi in “grande uniforme”, il che significa, per me, pantaloni eleganti, scarpette col tacco(relativo), golfino chic. Il tutto terribilmente troppo leggero per la temperatura polare e la pioggia battente.
Comunque, sono riuscita ad arrivare relativamente asciutta a teatro, dove, prima di assistere allo spettacolo, io e la FG ci siamo rifocillate al buffet con stuzzichini vari.
Il balletto era stupendo e io mi sono rilassata e me lo sono goduto completamente.
Ieri siamo andate all’Argentina a vedere “L’impresario delle Smirne” di Carlo Goldoni, autore che amo assai. Lo spettacolo era una rivisitazione in chiave moderna ma il testo era filologicamente impeccabile, gli attori bravissimi. Per fortuna non nevicava più e le strade erano asciutte, non faceva neanche troppo freddo. Ci siamo divertite molto io e la FG nella splendida cornice di uno dei teatri più belli del mondo.
Stasera, io, la FG, la mia amica L. e un “amico” filosofo della FG siamo andati nel piccolo teatro de’ Servi a vedere una compagnia di giovani attori che ci erano piaciuti parecchio nella rivisitazione di Romeo e Giulietta.
Stasera la compagnia ci ha offerto un’interpretazione molto ironica e divertente del Cyrano de Bergerac, opera che io adoro tra tutte e che per la FG è l’Opera, con la O maiuscola.
Abbiamo riso molto ma, tra le risate, c’era anche la commozione di ritrovarsi davanti alla poesia di Cyrano, di riscoprire la sua umanità, di soffrire con lui e per lui. Abbiamo sentito ancora una volta come le sue parole siano per noi assolutamente attuali, quel suo “No, grazie” ai compromessi, alla disonestà, alla corruzione sono anche nostri, miei e della FG.
Insomma tre spettacoli da dieci e lode e, per festeggiare una settimana così ricca di bellezza, abbiamo concluso la serata con un rituale, gustosissimo coktail accompagnato dal rituale cornetto.<./div>

venerdì 12 febbraio 2010

La neve a Roma

Ma, dico io! Doveva proprio nevicare stamattina!?
Io stavo già a scuola, quando la faccenda infernale è iniziata e non ho avuto altro problema che tener quieti i miei alunni che erano super eccitati dallo spettacolo, invero bello, e dalla novità.
Devo dire che io non ho una classe di alunni, io ho una classe di santi! Nei limiti della loro esuberanza, i fanciulli sono stati abbastanza tranquilli per quasi due ore, poi li ho portati all’ ingresso a vedere dal vivo il fenomeno perché proprio non ce la facevano più.
Invece la FG ha avuto qualche problema in più.
La FG, in questo periodo è tranquilla quanto una pila atomica, sta ultimando la sua tesi di laurea ed è assalita da dubbi amletici circa ogni quarto d’ora, con quanto piacere mio lo lascio immaginare a voi.
Stamattina la FG è andata a consegnare la tesi in segreteria e poi al suo relatore.
La neve l’ha colta per strada; la FG la neve a Roma non l’aveva vista mai, l’ultima volta a Roma nevicò nel 1985 e lei doveva ancora nascere.
La faccenda le è piaciuta dal punto di vista estetico (la FG è una grandissima esteta!), molto meno dal punto di vista pratico. Il fatto è che ha nevicato per breve tempo ma intensamente, la FG era munita di ombrello ma, vuoi perché la neve pesa e lei era costretta a scuotere l’aggeggio spesso, vuoi perché il suo senso estetico prendeva il sopravvento troppo spesso sul suo buon senso (la FG e fornita di pochissimo buon senso!) si è bagnata da cima a fondo.
Quando sono tornata a casa, ho trovato nell’ordine dal basso in alto: Due scarpe zuppe, due calzini fradici, un paio di pantaloni che sembravano usciti da un naufragio e una gorgone di malumore. I capelli della FG si erano gonfiati ed attorcigliati in orribili spirali serpentiformi a causa dell’umidità.
La FG era veramente di cattivo umore ma mi ha detto che la visione della neve era bellissima, mi ha detto anche che, nonostante il maltempo, era riuscita ad assolvere a tutti i suoi compiti.
Stasera andremo a teatro, ben coperte ovviamente, il problema sarà quello di apparire eleganti anche se imbacuccate fino agli occhi. La neve si è sciolta ma fa freddo e non è detto che non ne ricada dell’altra.
Ma come fa Cat, che vive in Piemonte dove nevica sempre, a sopravvivere!?

sabato 6 febbraio 2010

L’attentato

Per compiere in crimine, solitamente, sono necessari tre elementi: movente, occasione, arma.
Stasera è stato compiuto un attentato: hanno tentato di ammazzare Shakespeare.
L’occasione c’era: la messa in scena di Amleto.
L’arma c’era: una recitazione letale.
Stasera ho assistito all’ottavo Amleto nell’arco di due anni; mi spiego: causa studi della FG, passione smodata della medesima per l’immortale Prence di Danimarca, inarrestabile curiosità mia, pignoleria della sottoscritta nel cercare e trovare in dvd tutte le rappresentazioni del dramma shakespeariano, io in due anni ho visto otto messe in scena della stessa opera: Amleto!!!
Ormai lo so a memoria, potrei recitare tutte le parti, compresa quella che mi piace di più: il becchino.
A me Amleto non piace molto.
Voi potreste anche chiedervi: “Ma allora perché lo vedi?”. Non lo so, sarà perché sono tendenzialmente masochista, sarà per amore della FG che lo adora, sarà perché non è vero che non mi piace, nel senso che forse questo dramma, tutto sommato, mi affascina, fatto sta che stasera sono andata a teatro a vedere l’Amleto. L’Amleto?
Non sono molto sicura di aver visto l’Amleto, di sicuro ho visto il tentativo di assassinare Shakespeare.
La FG ancora schiuma dalla rabbia, nonostante abbia tentato di rabbonirla con un cocktail di mezzanotte.
Invano.
La FG ama troppo Shakespeare e nella fattispecie Amleto per farsi calmare da un cocktail, ce ne sarebbero voluti una diecina ma ho evitato, preferendo una figlia furibonda ad una figlia ubriaca.
Vi chiederete: “Ma cosa non andava nella rappresentazione?”.
Tutto: Innanzitutto la traduzione, evidente opera di una mente malata e pretenziosa, poi la scenografia ed i costumi, totalmente al di fuori del contesto, quindi le scelte registiche, penose imitazioni di un simbolismo surrealista privo di ogni senso, infine la recitazione.
Amleto era una rapa bollita, già l’espressione di Preziosi è quella di un tubero insipido se poi consideriamo la sua dizione piatta come la pianura Padana abbiamo un quadro abbastanza realistico del disastro.
A questo aggiungiamo un’Ofelia che parlava come un’adolescente di borgata corredata da gomma americana, una Gertrude priva di ogni valenza drammatica, che si rivolgeva al figlio come una signora bene al proprio parrucchiere, un Claudio che più che parlare ruggiva, un Laerte che sembrava un alunno isterico, un Orazio praticamente muto e saremo perfettamente in grado di ricostruire il piano criminale messo in atto dalla compagnia per perpetrare l’omicidio di Shakespeare.
L’unico che si salvava, almeno in parte, era Polonio.
All’inizio ho detto che per compiere un crimine occorrono tre elementi, l’occasione e l’arma ve li ho descritti.
Quello che non riesco a capire è il movente: Ma che gli ha fatto Shakespeare a quei cani che hanno tentato di farlo fuori?!?!?!
La cosa bellissima di questa assurda serata è che, nonostante l’incredibile impegno che gli attori hanno messo per distruggere un dramma immortale, Shakespeare non è morto.
Dietro l’incapacità criminosa degl’interpreti e del regista c’era il grande William, quella storia viveva, continuava a penetrare le coscienze degli spettatori, almeno la mia, le passioni, i sentimenti, la follia, l’amore, il dolore c’erano, vivevano sulla scena, si manifestavano in tutta la loro intensità,scatenavano la loro violenta forza, si opponevano al massacro.
Stasera, ancora una volta, il genio di William Shakespeare ha trionfato.