Il convegno era organizzato dal dipartimento di Letteratura italiana della Facoltà di Lettere della Sapienza: la mia Facoltà. Mi sono sentita di nuovo studentessa ed ero felice come quando studiavo per laurearmi.
C’era molto pubblico e anche tanti studenti maleducati che, invece di stare a sentire i relatori, chiacchieravano o giocavano con i telefonini.
Io ho preso tanti appunti; sul Risorgimento ho letto montagne di libri ma la prospettiva del convegno era insolita ed interessante. Quello che ne è emerso è che gli altri popoli non ci stimavano molto: a parte il solito Garibaldi, visto da tutti i democratici del mondo come un eroe puro, coraggioso e disinteressato, gli altri padri del Risorgimento ed il popolo italiano non ci fanno una bella figura. Gli italiani erano e sono considerati per lo più poco coraggiosi, litigiosi, disonesti. Il processo di unificazione è considerato, a ragione, più un’opera di annessione territoriale al Piemonte dei Savoia che la creazione di una nuova entità politica. Lo Stato unitario mostra alle altre Nazioni, fin dal suo nascere, i difetti che mai, poi, saranno corretti: divario tra Nord e Sud, esosità fiscale sui ceti più deboli, corruzione e sete di potere di quelli emergenti, miopia politica, per non dire assoluta cecità del ceto dominante. Insomma, roba da vergognarsi.
I relatori, qualificati ed esaurienti, hanno illustrato i risultati delle loro ricerche, effettuate su testi vari: resoconti di viaggio, romanzi, opere teatrali, lettere; la loro gentilezza non ha attenuato il mio disagio, è davvero triste doversi vergognare di essere italiana. La FG non doveva star meglio se il convegno le ha suggerito il disegno che illustra questo post: il funerale dell’Italia pianta da chi l’ha voluta e ci credeva: Cristina di Belgioioso, Garibaldi e suo figlio, Mazzini, prostrato sulla bara, Massimo D’Azeglio e Cavour che si morde le mani, forse per il rimorso.
Forse io e la FG siamo troppo pessimiste, sicuramente c’erano e ci sono degli italiani onesti e coraggiosi, capaci di fare il loro dovere,donne e uomini di carattere, come diceva D’Azeglio ma è un po’ difficile riconoscerli tra gli altri.
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