Ieri sera sono andata a vedere la rielaborazione del capolavoro mozartiano fatta da quell’altro genio che è il regista ottantaseienne Peter Brook.
Ero stanca morta, avevo passato tre ore in piedi, in attesa di risolvere un problema negli uffici dell’Acea, in pieno delirio, tra gente inferocita ed impiegati idioti. Pensavo che non sarei riuscita a seguire lo spettacolo e invece, dopo tre secondi mi sono ritrovata immersa nella magia della musica e della fantasia. Un transfert miracoloso che ha fatto sparire ogni traccia di stanchezza.
In una scena quasi vuota, arredata solo dal pianoforte e da tante canne di bambù, che gli attori spostavano per creare ambienti e suggestioni, l’eterna storia del bene e del male si è dispiegata con la musica avvincendomi completamente. Le parti cantate erano in lingua tedesca, come da libretto, i recitativi in francese, su uno schermo scorreva la traduzione in italiano ma io non ne ho avuto bisogno: la storia di Tamino e Pamina e quella di Papageno, quella di Sarastro e della Regina della Notte la so a memoria. Durante l’assolo, mitico, della Regina ho addirittura chiuso gli occhi, non mi servivano, volevo gustarmi fino in fondo i gorgheggi, limpidissimi, della Regina.
Papageno è stato delizioso, divertente e ingenuo, Tamino e Pamina, giovani e sperduti, facevano tenerezza, Sarastro offriva una rassicurante immagine della saggezza che sconfigge il male ma, come al solito quando assisto a quest’opera, sono stata conquistata dalla Regina della Notte, che sarebbe il personaggio negativo ma che a me piace tanto.
Forse perché la Notte è il momento dei sogni, dell’evasione dalla realtà. Non so. So soltanto che a me la notte piace, io sono un tipo lunare (e lunatico), il buio, invece di spaventarmi, mi ha sempre rassicurato, anche quando ero piccola.
Non c’è stato intervallo tra la prima e la seconda parte, la mia concentrazione era al massimo e mi sono goduta ogni singola nota, ogni passaggio della storia, come se fossi tornata bambina, Peter Brook e Mozart mi hanno raccontato, magistralmente, una fiaba deliziosa ed affascinante.
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