In questo mio Blog io non parlo mai di politica o quasi mai. Non è un caso ma una precisa scelta: per me la politica è ben altra cosa rispetto a quello che l’ informazione ci dice riguardo all’operato di coloro che abbiamo eletto.
Oggi, però, faccio un’eccezione, oggi voglio esprimere tutto il mio disgusto.
In questi giorni il Governo dovrà varare una manovra tremenda, saremo chiamati a sacrifici economici che la maggior parte degli italiani sosterrà con grande difficoltà.
Quelli che siedono in Parlamento e i sindacalisti rivolgono pesanti critiche ai vari provvedimenti ma io ho l’impressione che, come dice Camilleri, facciano “Tiatru”, facciano la commedia, la sensazione è che a nessuno importi niente se la gente dovrà pagare.
Chi critica l’ ICI, chi la Patrimoniale, chi la riforma delle pensioni, su una cosa però quelli della casta sono tutti d’accordo: “Il mio stipendio non si tocca!”
Questo è il grido di dolore che si leva dai seggi parlamentari. “Gli Italiani paghino, noi no.”
Al telegiornale ieri hanno detto che i parlamentari italiani (senza contare altre prebende) ricevono 11.000 euro al mese (dico al mese!) di stipendio mentre la media europea sarebbe di soli (?) cinquemila euro.
Non so se la notizia sia vera, con i mezzi di informazione non si può mai sapere, se è vera e se si equiparassero le retribuzioni dei politici italiani a quelle europee, si avrebbe un risparmio di seimila euro al mese per seicentotrenta deputati e trecentoquindici senatori, che in un anno farebbe € 68.040.000.
Io il conto l’ho dovuto fare con la calcolatrice perché le cifre erano troppo alte per calcolarle a mente.
La cifra è grande ma, sono sicura che qualche acuto pensatore obietterà che, rispetto al debito pubblico, è una goccia nel mare. D’accordo ma il mare è fatto di gocce! E poi, possibile che le gocce di questo mare ce le dobbiamo mettere solo noi, gente comune?
Io, se potessi parlare con il Capo del Governo, gli direi:” Gentile Professore, non riduca di seimila euro gli stipendi dei parlamentari, faccia di più: li faccia vivere con lo stipendio pari a quello di un insegnante o con una cifra equivalente ad una pensione sociale, elimini tutti gli sconti e le gratuità, il debito pubblico si ridurrebbe, eccome!”
Certo, se questo non fosse un sogno impossibile, resteremmo senza parlamentari, infatti, credo, nessuno si candiderebbe più se non ci fosse più da guadagnare (e tanto) dalla politica.
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