Io e mio marito siamo stati genitori severissimi
(soprattutto io); in particolare eravamo inflessibili riguardo all’ora del
sonno. Vuoi perché la sera ne avevamo abbastanza di stare dietro alle due
criminali, vuoi perché il giorno dopo quelle dovevano andare a far danno a
scuola, alle nove di sera dovevano spegnere la luce e dormire.
So bene, che alcuni dei miei lettori, leggendo quanto sto
scrivendo, inorridiranno, loro vanno a letto alle due di notte! Poi, la mattina
a scuola dormono.
Dopo cena (noi abbiamo sempre cenato all’inglese (verso le
sette di sera), le figlie potevano vedere per mezz’oretta i cartoons, per anni
ci hanno fatto compagnia l’Uomo tigre, Ranma, City Hunter e, soprattutto, Lupin
con l’immancabile Zazà, l’ispettore Zenigata, debitamente tonto.
Alle otto e mezza le figlie venivano spedite a letto dove,
per mezz’ora si tuffavano nelle storie dei libri, in effetti erano e sono
lettrici accanite quanto me; alle nove il padre cantava loro la ninnananna che
consisteva in canzoni di De André, Vecchioni e nell’immancabile “Pesciolino non
piangere più”, tristissimo canto dal film Capitani coraggiosi. Mio marito era l’uomo
più stonato della terra, cantate da lui quelle musiche diventavano altro.
Quando le figlie sentirono quei canti interpretati da altri non li riconobbero
ma, quando era il momento di spegnere la luce, a loro andava bene così.
Terminata la cerimonia finale, il bacio della buonanotte, si
spegneva la luce e …. entrava in azione il commando d’assalto!
Le due delinquenti, organizzatissime, si dedicavano alla
disobbedienza civile. Se i grandi restavano svegli, anche loro se ne sentivano
in diritto e per i diritti si combatte! Glielo avevamo insegnato noi, purtroppo
o per fortuna, non so.
Le azioni di guerrilla erano sostanzialmente due: alzarsi,
silenziosissimamente e, passando dalla parte della sala da pranzo, scivolare
come fantasmi dietro le nostre poltrone e guardarsi il programma che stavamo
guardando noi, ignari genitori, filandosela poco prima della fine per non
essere scoperte. L’operazione richiedeva destrezza e abilità: gattonamento fino
alla sala da pranzo senza essere viste, percorso da marines scivolando sotto le
sedie della sala da pranzo, controllo della concentrazione dei genitori su
quanto stavano vedendo, scivolamento nel tratto scoperto tra il tavolo e il
retro delle poltrone; al termine del programma si doveva fare il cammino inverso:
un vero percorso di guerra! L ’altra tattica di sopravvivenza notturna ai
genitori, se in televisione non c’era nulla di interessante, era quella di
munirsi di torcia a pile e di leggere sotto le coperte in modo che la luce non
filtrasse.
Inutile da parte nostra ogni tentativo di sconfiggere l’associazione
criminale: abbiamo sequestrato decine di torce ma le sciagurate riuscivano
sempre a procurarsene altre, se ci
guardavamo alle spalle, loro non c’erano mai … in quel momento, roba da rendere
invidioso anche il Che!
Ormai le figlie sono grandi e vanno a letto quando vogliono,
possono vedere la televisione e, soprattutto, leggere a loro piacimento e anche
a loro, come spesso accade a me, è capitato di fare mattina, leggendo per tutta
la notte un libro particolarmente affascinante.
Ovviamente, anche loro, come me, la mattina dopo vanno al
lavoro o in facoltà con gli occhi da panda e la reattività di un bradipo!
1 commento:
Come sempre un sorriso sul mio viso ha accompagnato la lettura del suo blog!
Ho immaginato la scena delle figlie-marines che cercavano di eludere la sorveglianza e mi sono vista tra qualche anno, quando i miei figli faranno la stessa cosa ( anche io sono abbastanza rigida con l'orario del sonno!)
Più che altro spero che disobbediscano ai miei "ordini" anche loro per leggere un bel libro.... Per ora lo leggo io tutte le sere al figlio di 4 anni, sperando che la "malattia lettura" possa essere altamente contagiosa! ;-)
Grazie per i piacevoli momenti che ci regala!
Giusy.
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