Settimana da dimenticare: ho avuto l’influenza, con la
febbre, mal di gola e mal d’orecchi e tosse, la maledetta tosse che non mi
fa dormire.
Veramente a non farmi dormire sono anche le pessime notizie
politiche e le orrende prospettive che si stanno spalancando sotto i piedi di
noi italiani e tutto per colpa di due omuncoli che si credono dei! Mah, staremo
a vedere.
Insomma mi sento come una appena passata al tritacarne e non
è una bella sensazione, fatico persino a leggere che, per me, è una cosa
inusitata ma mi fa anche male la testa. Vado avanti ad antibiotico e
analgesici, se continuo ancora un po’ così, dovrò curarmi anche l’ulcera
gastrica.
In tutto questo inferno una consolazione, almeno una, c’è:
le Lectiones dantesche di Benigni, trasmesse dalla RAI il mercoledì sera.
Benigni è un grande, interpreta Dante in modo alquanto personale ma, forse
proprio per questo, affascinante; quelli che, come me, hanno studiato il poeta
fiorentino accompagnati dal magistrale commento di Natalino Sapegno (e cioè,
tutti quelli della mia generazione e quelli delle generazioni precedenti), dopo
un attimo di legittimo smarrimento, si ritrovano e si incantano ad ascoltare e
ritrovano nel poema l’attualità. I personaggi dell’Inferno dantesco somigliano
sorprendentemente ai politici italiani, ai faccendieri, agli ipocriti
portaborse, alle escort alla ricerca di ricchezza e potere.
Guareschi diceva: “Mondo vecchio, sempre nuovo” noi potremmo
dire:”Mondo nuovo sempre vecchio” e quel mondo, questo mondo Benigni ce lo
racconta con le parole di Dante oppure Dante ce lo racconta con la voce di
Benigni, che poi è la stessa meraviglia!
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