Ieri Cat è tornata a Rivoli ma in queste due settimane che è
stata a Roma ci siamo proprio divertite!
Abbiamo visto alcune mostre
bellissime: quella di Michelangelo ai Musei Capitolini è stata un vero e
proprio tuffo nel passato, quello mio e di Cat, quando al Liceo facemmo una
super ricerca sul mitico Buonarroti e Cat disegnò, in chiaroscuro, alcune delle
sue opere. Rivedere la Madonna della
scala o il Cristo di Santo Spirito, tanto per citarne alcune, è stato un
piacere.
Anche la mostra di Palazzo
Venezia sulla tomba della Dama cinese è stata affascinante, in particolare mi
hanno colpito un servizio da the in lacca nera e rossa e gli abiti in seta
finissima, perfettamente conservati!
La mostra del Vittoriano
sull’attività dell’Istituto Luce è stata interessantissima anche se un po’
triste: vedere l’Italia del fascismo, il duce arrogante e i contadini poverissimi,
le adunate oceaniche e la scuola che indottrinava i ragazzini mi ha fatto un
po’ male, anche perché ho l’impressione che ormai stiamo tornando esattamente a
quelle condizioni!
Naturalmente, io e Cat non
abbiamo trascurato le passeggiate per il centro di Roma, sporchissima e
trascurata ma, incredibilmente, sempre tanto bella, abbiamo cenato sul Tevere
in un locale multietnico che prepara tutti piatti dell’area mediterranea e ci
siamo godute le luci di Roma notturna.
Abbiamo anche assistito alla proiezione
dello spettacolo di Piero Angela e Paco Lanciano al Foro di Augusto, una cosa
affascinantissima: tra piacevoli musiche di Roberto Angelini, abbiamo potuto
ascoltare in cuffia le spiegazioni sulla nascita e l’organizzazione del Foro
mentre sul muraglione di fondo scorrevano immagini suggestive.
Mercoledì scorso abbiamo
abbandonato Roma e siamo andate a Tivoli. Avevamo al seguito la Fg e la Fi che
ci ha anche fatto da autista.
Volevamo visitare Villa d’Este e
ripartire dopo pranzo ma non è andata esattamente così.
A Villa d’Este abbiamo anche
potuto ammirare una mostra sulla moda del periodo Manierista e Barocco, c’erano
dipinti di cavalieri in armatura e di dama in sottanone, era un tripudio di
elmi, gorgiere, collari alla Medici in pizzo pregiato, gioielli e perle, tante
perle! Erano esposti anche campioni di tessuti d’epoca e alcuni costumi di
scena di opere liriche e teatrali realizzati, con perfetta fedeltà, da una
sartoria romana.
La palazzina che il cardinale
Ippolito d’Este si fece costruire è deliziosa, rispecchia perfettamente il
gusto raffinato delle ville estensi che ho potuto ammirare a Ferrara ma il vero
spettacolo è il giardino!
Lo si potrebbe, in effetti,
definire uno spettacolo musicale, infatti il visitatore è costantemente
accompagnato, nella sua passeggiata, dal suono delle tantissime fontane. E’ un
tripudio di zampilli e cascate, di statue e di piante, alcune secolari come i
due platani presso la fontana dell’ovato che risalgono al tempo del cardinal
Ippolito.
Abbiamo scattato un numero
impressionante di fotografie! O meglio, le foto le hanno scattate Cat e la Fg
con i loro apparecchi e la Fi con la mia fotocamera, così, mentre loro
inquadravano, io mi sono goduta uno spettacolo da Paese delle Fate!
Al termine della visita avevamo
tutte un bell’appetito che abbiamo estinto con un ottimo pranzo in un
ristorante che si trova davanti al Parco gregoriano. Ci è venuta la curiosità
di visitarlo.
Il Parco è gestito dal FAI e,
alla biglietteria, c’era un giovanotto, apparentemente innocuo che, in realtà,
doveva essere un nipotino di Voldemort!
La carognetta ci ha venduto i
biglietti e ci ha spiegato che la visita consisteva “in una passeggiatina di
un’oretta, un’oretta e mezzo” che, tradotto dal serpentese, significava:” una
vera e propria escursione da trekking, con discesa e risalita su un baratro
denominato “La Valle dell’Inferno”!
Ignare di quanto ci aspettava,
abbiamo diligentemente letto le notizie sul sito, la valle dove, per ordine del
papa Gregorio XVI, fu deviato l’Aniene, dopo l’alluvione del 1826, poi ci siamo
avviate.
Intendiamoci, il posto è
romanticamente da sballo! Una valle stretta dove il fiume forma una grande
cascata e altre cascatelle minori, che cantano incessantemente la loro canzone,
tra alberi e arbusti, tra rocce e ruderi di un’antica villa romana e di un paio
di templi, roba da far impazzire i tedeschi che venivano per il Gran Tour e
che, infatti, impazzivano.
La “passeggiatina” è durata quasi
tre ore, anche perché Cat e soprattutto io, validamente sostenuta dal robusto
braccio della Fi, dopo un po’ non ce la facevamo più con quel saliscendi su
gradini pericolanti e sterrati micidiali. Per fortuna lungo i percorsi c’erano
delle panchine e potevamo riprendere un po’ il fiato mentre le figlie
scorazzavano allegramente con la baldanza della loro giovinezza!
Però, lo spettacolo valeva la
pena della fatica.
Insomma, io e Cat, oltre al
piacere di stare insieme, abbiamo trascorso delle giornate veramente stupende!!