Per il momento, la cosiddetta riforma renzi della scuola è rimandata, il che è bello e istruttivo (direbbe Guareschi) e c'è da sperare che venga accantonata definitivamante, perché, in realtà, nessuno ma proprio nessuno ha capito in che cosa consistesse ma nessuno si è mai illuso che potesse consistere in miglioramenti economici o di carriera o di condizioni di insegnamento.
Le notizie, sui media, si
limitano a parlare dell’eliminazione delle supplenze e dei precari. L’annuncio
è stato dato, con grande risalto, dalla ministra che, dopo moratti e gelmini
(le minuscole, quando si parla di loschi figuri, non sono da considerarsi
errore), si appresta a compiere l’ennesimo abominio riguardo alla Scuola
Pubblica italiana.
Tutti noi, che lavoriamo nella
Scuola, ci chiediamo come quanto su esposto possa avvenire.
Escludendo l’eliminazione fisica
dei precari, che, comunque, sono elettori e a renzi e ai suoi accoliti conviene
mantenerli in vita (anche se non si sa come, visto che gli toglieranno il
lavoro), non restano molte strade: forse costringeranno noi docenti di ruolo a
lavorare più ore, magari con lo stesso misero stipendio; il fatto che il
governo abbia escluso, tramite stampa, questa possibilità non significa nulla:
renzi ha imparato benissimo dal berluska a dire e a disdire.
Per gli alunni questo
significherebbe solo perdere tempo, noi docenti, quando facciamo da
“tappabuchi, cioè sostituiamo un collega per un’assenza breve (nella scuola
secondaria, un supplente può essere nominato solo per assenze superiori ai 14
giorni), ci limitiamo alla sorveglianza, io, al massimo, faccio approfondire
qualche argomento ma non mi permetto certo di interferire con la didattica del
docente assente.
Oppure quelli del governo
ricorreranno alla soluzione illustrata dalla vignetta che completa questo post,
è una vignetta tratta dalla Settimana enigmistica di alcuni anni fa, la
conservai perché mi sembrò divertente e mi faceva ridere, adesso non più.
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