Oggi pomeriggio sono stata con la mia amica L. a villa
Medici a visitare la mistra sui “Bassifondi del Barocco”.
Una mostra interessante ed
inusuale, perché, in genere, del Barocco viene esaltato l’aspetto maestoso,
scenografico, allegorico e simbolico del potere politico, religioso od
economico. Invece, in questa mostra, le non molte pitture esposte mostravano la
gente comune, anzi i reietti della società: gli ubriachi, i bari, le
prostitute, i “ragazzi di vita”, tutta gente dedita al vizio, alla turpitudine,
mendicanti e zingare stracciati e tristi come tristi erano anche le giovani
prostitute vestite di velluto e raso.
Colpivano gli occhi, gli sguardi
che denunciavano un mondo di profonda ingiustizia, un a società nella quale
pochissimi erano i ricchi e tanti i diseredati, i senza lavoro, i miserabili.
Mi è venuto da pensare che quella società così diseguale, nella quale il
privilegio di pochi costringeva alla miseria i più, nonostante le tante lotte,
non è mai morta, anzi oggi è più viva che mai, soprattutto in questa sempre più
disgraziata nazione!
Non ho espresso il mio pensiero
alla mia amica L., non volevo rattristarla e poi, non ce n’è bisogno, anche lei
sa benissimo in che schifo siamo costretti a vivere. Per fortuna, la bella
serata autunnale e il fascino di Roma, che, nonostante i branchi di turisti e
la sporcizia delle strade, perdura intatto nei secoli, ci hanno fatto
dimenticare per un po’ la miseria del nostro tempo.
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