Ieri, con la Fi, un po’ dolorante
per il mal di testa e con la Fg, arrivata fresca fresca da Antibes, sono andata
a vedere le tre bellissime mostre del Palazzo delle Esposizioni.
Tutte e tre ci siamo deliziate
con i dipinti della Phillips Gallery: Monet, Degas, Picasso, Braque, Pollock,
Matisse ci hanno accompagnate in un viaggio nel colore, nei volumi, nelle
atmosfere di due secoli di pittura.
Poi siamo andati a visitare la
mostra dei pittori russi, esponenti del realismo socialista, grandi tele che
illustravano con un senso di orgoglio nazionale, sconosciuto agli italici, i
progressi nel campo dei trasporti, delle fabbriche, della corsa allo spazio.
Tratti decisi, linee pure, colori brillanti, persino quelli che descrivono la
neve siberiana!
Un mondo che, più che una realtà,
illustra una bellissima utopia, quella del socialismo sovietico che, in realtà,
mai fu realizzata. A pensarci mi è venuta tanta tristezza dentro.
La Fg ha trovato le opere dei
russi “inquietanti” ma non ha saputo spiegare il perché, io invece lo so: tutto
quello che descrive l’utopia è inquietante, perché esprime un mondo bello,
chiaro, pulito che non potrà mai essere realizzato perché invece l’uomo è
egoista, stupido ed avaro.
La terza mostra era sul design
italiano degli anni dal 1900 al 1940.
Un tripudio di bellezza: dal
Liberty al Novecento, al Modernismo, al Funzionalismo; c’erano tutti: Depero,
Balla, Cambellotti, Bugatti, Quarti.
Linee fluide, volumi avvolgenti,
vetri soffiati che sembravano bolle di sapone, decori immaginifici che
piacquero certo a D’annunzio, un tuffo nella fantasia più sfrenata applicata
agli arredi! C’era un servizio da the disegnato da Giacomo Balla che avrei
voluto rubare per quanto era affascinante.
Abbiamo pranzato all’ Open
Colonna, il bel ristorante situato sul tetto del Palazzo delle Esposizioni e
poi siamo andate per negozi, tra la folla orrenda del sabato pomeriggio, cosa
che io evito come la peste di solito ma alla Fg servivano dei gilet che, a
quanto pare, in Francia non si trovano.
La Fg non li ha trovati neppure a
Roma, si è però accontentata, in sostituzione, di graziosi golfini, che le ho
regalato insieme ad un soprabito, la Fi invece ha scelto, come regalo, una giacca di lana meno formale.
Oggi la Fg verrà a pranzo da me
mentre il suo Ab pranzerà con i suoi genitori e poi entrambi ripartiranno per
Antibes, sperando che non abbiano problemi per il rientro;, con quello che sta
succedendo non si può mai sapere.
E’ così bello averla qui, sentire
la sua vocetta fresca, sentirla parlare delle sue esperienze, delle sue
amicizie, dell’affetto e della comprensione che prova per gli altri, è così
innocente ed altruista, così rara,così diversa dalla maggioranza della gente,
così simile a come era suo padre!
E’ logico che mi manchi e che,
tutte le volte che torna in Francia, io sia triste ma poi penso che una come
lei non può vivere in un paese schifoso come l’italia e allora la malinconia mi
passa, questa volta poi è anche più facile perché tra una ventina di giorni
sarò io che partirò per andare a trovare lei ad Antibes!