Il naso di Cyrano: A spasso con le figlie

domenica 15 novembre 2015

A spasso con le figlie




Ieri, con la Fi, un po’ dolorante per il mal di testa e con la Fg, arrivata fresca fresca da Antibes, sono andata a vedere le tre bellissime mostre del Palazzo delle Esposizioni.

Tutte e tre ci siamo deliziate con i dipinti della Phillips Gallery: Monet, Degas, Picasso, Braque, Pollock, Matisse ci hanno accompagnate in un viaggio nel colore, nei volumi, nelle atmosfere di due secoli di pittura.

Poi siamo andati a visitare la mostra dei pittori russi, esponenti del realismo socialista, grandi tele che illustravano con un senso di orgoglio nazionale, sconosciuto agli italici, i progressi nel campo dei trasporti, delle fabbriche, della corsa allo spazio. Tratti decisi, linee pure, colori brillanti, persino quelli che descrivono la neve siberiana!

Un mondo che, più che una realtà, illustra una bellissima utopia, quella del socialismo sovietico che, in realtà, mai fu realizzata. A pensarci mi è venuta tanta tristezza dentro.

La Fg ha trovato le opere dei russi “inquietanti” ma non ha saputo spiegare il perché, io invece lo so: tutto quello che descrive l’utopia è inquietante, perché esprime un mondo bello, chiaro, pulito che non potrà mai essere realizzato perché invece l’uomo è egoista, stupido ed avaro.

La terza mostra era sul design italiano degli anni dal 1900 al 1940.

Un tripudio di bellezza: dal Liberty al Novecento, al Modernismo, al Funzionalismo; c’erano tutti: Depero, Balla, Cambellotti, Bugatti, Quarti.

Linee fluide, volumi avvolgenti, vetri soffiati che sembravano bolle di sapone, decori immaginifici che piacquero certo a D’annunzio, un tuffo nella fantasia più sfrenata applicata agli arredi! C’era un servizio da the disegnato da Giacomo Balla che avrei voluto rubare per quanto era affascinante.

Abbiamo pranzato all’ Open Colonna, il bel ristorante situato sul tetto del Palazzo delle Esposizioni e poi siamo andate per negozi, tra la folla orrenda del sabato pomeriggio, cosa che io evito come la peste di solito ma alla Fg servivano dei gilet che, a quanto pare, in Francia non si trovano.

La Fg non li ha trovati neppure a Roma, si è però accontentata, in sostituzione, di graziosi golfini, che le ho regalato insieme ad un soprabito, la Fi invece ha scelto, come regalo,  una giacca di lana meno formale.

Oggi la Fg verrà a pranzo da me mentre il suo Ab pranzerà con i suoi genitori e poi entrambi ripartiranno per Antibes, sperando che non abbiano problemi per il rientro;, con quello che sta succedendo non si può mai sapere.

E’ così bello averla qui, sentire la sua vocetta fresca, sentirla parlare delle sue esperienze, delle sue amicizie, dell’affetto e della comprensione che prova per gli altri, è così innocente ed altruista, così rara,così diversa dalla maggioranza della gente, così simile a come era suo padre!

E’ logico che mi manchi e che, tutte le volte che torna in Francia, io sia triste ma poi penso che una come lei non può vivere in un paese schifoso come l’italia e allora la malinconia mi passa, questa volta poi è anche più facile perché tra una ventina di giorni sarò io che partirò per andare a trovare lei ad Antibes!

Nessun commento: