Confesso che ho iniziato a vedere
la prima puntata dello sceneggiato televisivo sui Medici di Firenze con molte
remore e tante perplessità.
La televisione italiana attuale
in genere offre esempi magistrali di tv spazzatura e, se si eccettuano i
programmi di Piero ed Alberto Angela, non c’è nulla che possa interessare
persone dotate di buon senso, intelligenza e cultura ed è per questo motivo che
io, praticamente, non vedo più nessun programma, a parte Ulisse, Superquark e
qualche vecchio giallo, da circa quattro anni.
La prospettiva, però, di
assistere ad un programma sulla famiglia fiorentina che tanto mi affascina da
sempre ha stimolato la mia curiosità e ho deciso di accendere il televisore,
preparata, comunque, ad una inevitabile delusione.
Invece, incredibilmente, lo
sceneggiato non è fatto poi così male; certo, è roba da pubblico ignorante,
realizzata come se fosse una specie di giallo; la tecnica narrativa, con un uso
spregiudicato ed immotivato del flashback, è oltremodo fastidiosa e ben più
adatta ad un filmetto sugli eroi Marvel che a uno sceneggiato storico (Anton
Giulio Majano si starà rivoltando nella tomba!); ci sono alcune inesattezze
storiche, come il fatto che l’elezione dell’antipapa Giovanni XXIII avvenne a
Pisa e non a Roma, si danno per veri fatti che non furono mai storicamente
accertati come l’avvelenamento di Giovanni o l’amore di Cosimo per una
lavandaia (la censura preferisce dire lavandaia invece di cortigiana o
prostituta!!) ma, nel complesso, la vita dei Medici nella Firenze
quattrocentesca, le lotte tra famiglie, lo sviluppo delle arti, la competizione
economica, gli usi familiari, i rapporti e i ruoli all’interno delle famiglie
dei magnati sono rese con precisione.
Credo che lo sceneggiato, se le
prossime puntate saranno sul calibro della prima, avrebbe riscosso
l’approvazione anche di mio marito con il quale studiammo nel profondo tutti
gli aspetti di questa fantastica famiglia e con il quale realizzammo un
bellissimo ipertesto sull’argomento.
Un’ultima critica riguarda la
scelta degli attori: se Dustin Hoffman ricorda nell’aspetto fisico Giovanni di
Bicci, la scelta di un attore belloccio come quello che interpreta Cosimo il
vecchio è assurda, capisco che la scelta sarà stata necessaria per catturare
l’attenzione delle scriteriate femmine italiote attuali ma Cosimo era davvero
bruttissimo, come del resto quasi tutti i Medici; il fascino di Cosimo,
testimoniato dai suoi contemporanei, non era nell’aspetto fisico ma nella sua
cultura, nel suo amore per l’arte, nel suo carattere riflessivo, nella sua
capacità economica e nella sua immensa abilità politica, tutti elementi che a
Firenze, nel Quattrocento lo resero così amato che, quando morì, i fiorentini
scrissero sulla sua tomba:”Al padre della patria” ma che in italia non hanno più nessun valore.