Mercoledì sono tornata a scuola…e
giovedì mi sono messa in malattia.
Non appena ho rivisto i miei
colleghi, mi è venuto da vomitare e, quando li ho sentiti parlare, sono stata
anche peggio.
C’è una nuova dirigente, una
burocrate di tante parole e nessuna sostanza. Da ignorare finché si può.
Ieri, nonostante fossi in malattia,
sono dovuta andare a scuola, il vicario mi ha comunicato che dovevo sgombrare
in fretta l’aula dove, negli anni scorsi, facevo i laboratori. C’è una classe
in più e serve l’aula.

Invece, nel corridoio dove c’è
l’aula che usavo io la bidella teoricamente ci sarebbe, in realtà o non si vede
proprio o sta perennemente attaccata al cellulare a farsi i fatti suoi.
Comunque, con l’ineguagliabile
aiuto della Fi che mi ha staccato tutti i cartelloni dalle pareti e si è
caricata i sacchi pieni di roba da buttare nonché il carrello pieno di
vocabolari e libri da riportare a casa, ho svuotato l’aula e che ne facciano
quel che vogliono.

Si annoieranno anche i ragazzi
che si fermano il pomeriggio: niente laboratori di Latino, di Lingue romanze,
niente video, soltanto recupero grammaticale e studio assistito.
Insomma, sarà una noia mortale
per loro e per me, io però non mi stancherò come negli anni passati; realizzare
le attività che piacciono ai ragazzi costa tanta fatica, impegno e anche
denaro, io, in questo anno scolastico e nel prossimo, che dovrebbe essere l’ultimo
prima della pensione, risparmierò su tutto.
Il che non è bello ma è
istruttivo.
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