Il naso di Cyrano: Connery

domenica 1 novembre 2020

Connery

Ieri è morto, all’età di novant’anni Sean Connery. Non c’è bisogno di presentarlo, per lui parlano i tanti personaggi che ha interpretato.

Il personaggio che lo rese famoso è, indubbiamente, James Bond ma non è quello che a me piace di più. Le storie di spionaggio non mi sono mai piaciute un granché, gli agenti segreti mi hanno sempre annoiato e l’agente 007 non fa eccezione.
Connery ha cominciato a piacermi quando, liberatosi dall’invadente spione, ha cominciato ad interpretare altre parti.
Ad esempio, ha interpretato la non facile parte di Guglielmo di Baskerville, ne ”Il nome della rosa” dando al personaggio il giusto spessore psicologico non senza una bella dose di autoironia, nell’assoluto rispetto della impostazione che Umberto Eco aveva dato al personaggio nel romanzo e non mi ha fatto rimpiangere il libro, mentre guardavo il film, come quasi sempre mi accade quando, dopo aver letto un’opera, ne vedo la trasposizione cinematografica.
Il mio personaggio preferito, però, interpretato da Connery, è senza alcun dubbio il capitano Marko Ramius, nel film di avventura “Caccia A Ottobre rosso”. Io, quel film, ogni volta che lo trasmettevano, me lo rivedevo con grande gusto, accompagnato da qualche brontolio del marito che non era entusiasta di rivedere un film per la ventesima o trentesima volta. Ricordo che, una sera, lo trasmettevano su una rete francese, era parecchio tempo fa ed io il francese non lo capivo ancora bene come adesso, tuttavia mi disposi a godermi la proiezione. Il marito, arrivando, comprese che il film era in francese e si meravigliò che io lo guardassi. La mia risposta, lapidaria e definitiva fu:” Non importa, tanto i dialoghi io li so a memoria.”, cosa, del resto verissima. Il marito si rassegnò a fare altro e io mi guardai in pace il barbuto, affascinante capitano e le sue avventure.
Per fortuna, i moderni mezzi tecnologici ci permettono, oggi, di conservare in files le interpretazioni dei grandi attori e questo fa sì che, anche se muoiono, in qualche modo continuano a vivere, un modo per diventare immortali, in un certo senso, che rende meno dolorosa la loro scomparsa da questo mondo.
Io, ieri sera mi sono rivista “Caccia a Ottobre rosso” e stasera rivedrò “Il nome della rosa”!

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