Finalmente sono riuscita a fare la prima dose del vaccino anticovid. Contrariamente a quello che mi avevano detto parecchi dei colleghi docenti, che il giorno dopo aver fatto la puntura si sono messi in malattia per i fastidi provocati dal vaccino, non ho avuto alcuna reazione o effetto collaterale, è filato tutto liscio come l’olio. Adesso devo aspettare la fine di giugno per fare la seconda dose. Anche le figlie hanno fatto la prima dose, più o meno negli stessi giorni; entro la prima settimana di luglio, dovremmo essere a posto tutte e tre e così, probabilmente, riusciremo a passare le vacanze insieme, in sicurezza, ad agosto. Io ho già prenotato i voli e l’appartamento ad Antibes e, appena la Fi saprà quando andrà in ferie, prenoteremo i voli anche per lei. Non vedo l’ora di andare in Francia a rilassarmi e a riposarmi, perché i mesi passati sono stati davvero pesanti, pieni di impegni e di adempimenti burocratici e scolastici, sono davvero stanca ma solo l’idea delle vacanze mi fa sentire molto meglio.
domenica 30 maggio 2021
domenica 23 maggio 2021
Ingenuità
In questi ultimi giorni di scuola, ho spiegato nelle prime medie l’invenzione della stampa a caratteri mobili. Come al solito, i ragazzini sono stati attentissimi, anche se ancora non ho fatto loro vedere il documentario con il commento del professor Barbero, di cui, ormai, sono fans sfegatati.
Come sempre, dopo la mia spiegazione, hanno fatto tante domande, alcune interessanti, altre un po’ ingenue. Tra le tante ve ne regalo una, fatta da un ragazzino, assieme al commento di un’altra alunna.
Il ragazzino: ”Prof, ma come faceva a funzionare la macchina per la stampa, mica aveva la presa per la corrente!?”
Io (tentando disperatamente di non ridere):”Con la forza delle braccia di due uomini che giravano la leva!”
La fanciulla: ”Prof, lo sa che mio nonno ha una scatola con tanti bottoni, che, se uno li preme, esce un testo scritto?”
Io (Sentendomi preistorica, perché l’ho usata per decenni, prima di avere il pc): “lo so, si chiama macchina da scrivere!”
Santa innocenza!!
Come sempre, dopo la mia spiegazione, hanno fatto tante domande, alcune interessanti, altre un po’ ingenue. Tra le tante ve ne regalo una, fatta da un ragazzino, assieme al commento di un’altra alunna.
Il ragazzino: ”Prof, ma come faceva a funzionare la macchina per la stampa, mica aveva la presa per la corrente!?”
Io (tentando disperatamente di non ridere):”Con la forza delle braccia di due uomini che giravano la leva!”
La fanciulla: ”Prof, lo sa che mio nonno ha una scatola con tanti bottoni, che, se uno li preme, esce un testo scritto?”
Io (Sentendomi preistorica, perché l’ho usata per decenni, prima di avere il pc): “lo so, si chiama macchina da scrivere!”
Santa innocenza!!
domenica 16 maggio 2021
Primavera romana
A Roma la primavera arriva in modo strano: talvolta non arriva per niente, un giorno fa freddo e il giorno dopo è già estate; a volte arriva piano piano, porti ancora il cappotto ma sugli alberi, nei viali, vedi spuntare qualche gemma, i glicini cominciano ad accompagnarti con il loro profumo, nei giardinetti spunta qualche margheritina. A volte la pioggia si alterna al sole, la mattina sembra bellissima con il cielo terso e l’aria che profuma del tempo che eri bambina, poi, nel pomeriggio, si scatenano temporaloni con tuoni e fulmini.
Io, comunque, so che la primavera è arrivata, quando nel vialetto del palazzo dove abito, fioriscono gli alberi degli scovolini. In realtà i due alberelli si chiamano Callistemon, che in greco vuol dire “Begli stami” ma io li chiamo alberi degli scovolini perché i loro fiori, di un bel rosso vivo, somigliano davvero agli scovolini per pulire le bottiglie, come potete vedere dalla fotografia in questo post. Da qualche giorno i due alberelli sono tutto uno splendore di rosso e verde, la primavera è arrivata e, tutte le volte che esco o rientro a casa, guardandoli, mi sento allegra e divertita.
Io, comunque, so che la primavera è arrivata, quando nel vialetto del palazzo dove abito, fioriscono gli alberi degli scovolini. In realtà i due alberelli si chiamano Callistemon, che in greco vuol dire “Begli stami” ma io li chiamo alberi degli scovolini perché i loro fiori, di un bel rosso vivo, somigliano davvero agli scovolini per pulire le bottiglie, come potete vedere dalla fotografia in questo post. Da qualche giorno i due alberelli sono tutto uno splendore di rosso e verde, la primavera è arrivata e, tutte le volte che esco o rientro a casa, guardandoli, mi sento allegra e divertita.
domenica 9 maggio 2021
Napoleone e Chanel 5
Il cinque maggio ricorreva il bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte a Sant’Elena. Più volte ho parlato di questo personaggio sul mio blog, evidenziando che, sebbene sia stato un tiranno liberticida, io ne sono affascinata. E’ un personaggio pieno di ombre ma anche di enorme luce, uno di quelli che, più li studi, più scopri che non hai finito di conoscerli; troppe sfaccettature di un carattere poliedrico emergono a proporre nuovi percorsi di conoscenza, a proporre diverse angolazioni e punti di vista, Insomma, Napoleone è uno di quei personaggi che ti rende la vita e la lettura più appassionante.
Martedì sera su Rai Storia è andato in onda uno speciale su Bonaparte curato, da par suo, dal professor Barbero ed io, dopo aver preso un caffè aggiuntivo perché di solito crollo verso le 21, me lo sono gustato tutto, dimenticando il presente fatto di politicanti miserabili e meschini, tuffandomi nella Grandeur dell’Imperatore dei Francesi, rivivendo la genialità del Generale e l’umanità dolorosa dell’Esule. Insomma, due ore di pura felicità. Il cinque maggio ricorreva anche il centenario della nascita del mio profumo preferito. Io di profumi ne ho una trentina, ne uso uno diverso ogni giorno, dopo un mese ricomincio. Mi piacciono tutti ma ho dei preferiti e, tra tutti, quello che amo di più è Chanel n.5, il profumo per eccellenza, quello che resta
sulla pelle e nell’anima, creato da una donna formidabile che seppe affermare sé stessa e le proprie creazioni con determinazione e forza.
La ricorrenza è stata celebrata in tutto il mondo e anche a Roma. Mercoledì, con la mia amica L., sono andata nella boutique Chanel di via del Babbuino dove non ho comprato Chanel n.5, perché a casa ne ho un flacone gigantesco, ho preso invece Misia, un’altra creazione di Chanel che desideravo da tempo e che è altrettanto affascinante. Il personale della boutique ci ha offerto due bei mazzolini di rose di maggio, legati con il tipico nastrino di Chanel ed è stato bello tornare a casa con il pacchetto del profumo ed il mazzolino tra le mani e, tra Bonaparte, il profumo e le rose, ho assaporato la bellezza di un attimo di felicità.
Martedì sera su Rai Storia è andato in onda uno speciale su Bonaparte curato, da par suo, dal professor Barbero ed io, dopo aver preso un caffè aggiuntivo perché di solito crollo verso le 21, me lo sono gustato tutto, dimenticando il presente fatto di politicanti miserabili e meschini, tuffandomi nella Grandeur dell’Imperatore dei Francesi, rivivendo la genialità del Generale e l’umanità dolorosa dell’Esule. Insomma, due ore di pura felicità. Il cinque maggio ricorreva anche il centenario della nascita del mio profumo preferito. Io di profumi ne ho una trentina, ne uso uno diverso ogni giorno, dopo un mese ricomincio. Mi piacciono tutti ma ho dei preferiti e, tra tutti, quello che amo di più è Chanel n.5, il profumo per eccellenza, quello che resta
sulla pelle e nell’anima, creato da una donna formidabile che seppe affermare sé stessa e le proprie creazioni con determinazione e forza.
La ricorrenza è stata celebrata in tutto il mondo e anche a Roma. Mercoledì, con la mia amica L., sono andata nella boutique Chanel di via del Babbuino dove non ho comprato Chanel n.5, perché a casa ne ho un flacone gigantesco, ho preso invece Misia, un’altra creazione di Chanel che desideravo da tempo e che è altrettanto affascinante. Il personale della boutique ci ha offerto due bei mazzolini di rose di maggio, legati con il tipico nastrino di Chanel ed è stato bello tornare a casa con il pacchetto del profumo ed il mazzolino tra le mani e, tra Bonaparte, il profumo e le rose, ho assaporato la bellezza di un attimo di felicità.
domenica 2 maggio 2021
Casa Medici
In questi giorni, nelle mie tre prime medie, sto affrontando lo studio delle Signorie italiane e, in particolare della famiglia Medici di Firenze.
Dopo tanti mesi di scuola, molti alunni seguono le mie lezioni con interesse ed attenzione, a parte alcuni ragazzi, che sono più interessati a delinquere e alcune ragazze, il cui unico interesse è lisciarsi i capelli.
La maggior parte, comunque, è sinceramente interessata e me ne accorgo dalle tante domande che i ragazzini fanno, al termine delle spiegazioni.
Questa settimana ho raccontato la storia di Cosimo il vecchio, di come fu scacciato da Firenze e di come seppe tornare usando intelligenza, buon senso e ricchezza.
I ragazzini sono rimasti affascinati dal personaggio, che di per sé stesso è affascinante e che la mia spiegazione appassionata ha reso vivo alla loro fantasia.
Sono venute fuori tre belle lezioni, specialmente quella che ho fatto in prima A, dove gli alunni sono molto diligenti, attenti e partecipi e mi seppelliscono di domande ogni volta che affrontiamo un argomento nuovo.
Certo, spiegare con doppia mascherina e con la visiera mi richiede uno sforzo spaventoso e, alla fine sono stravolta dalla stanchezza e senza fiato, però, quando parlo dei personaggi che amo e mi accorgo che riesco a trasmettere lo stesso amore, la stessa passione a qualche alunno, sono così felice che anche la fatica mi sembra accettabile.
Sarà questo, soltanto questo, che mi mancherà quando, ormai tra poco, smetterò di insegnare.
Dopo tanti mesi di scuola, molti alunni seguono le mie lezioni con interesse ed attenzione, a parte alcuni ragazzi, che sono più interessati a delinquere e alcune ragazze, il cui unico interesse è lisciarsi i capelli.
La maggior parte, comunque, è sinceramente interessata e me ne accorgo dalle tante domande che i ragazzini fanno, al termine delle spiegazioni.
Questa settimana ho raccontato la storia di Cosimo il vecchio, di come fu scacciato da Firenze e di come seppe tornare usando intelligenza, buon senso e ricchezza.
I ragazzini sono rimasti affascinati dal personaggio, che di per sé stesso è affascinante e che la mia spiegazione appassionata ha reso vivo alla loro fantasia.
Sono venute fuori tre belle lezioni, specialmente quella che ho fatto in prima A, dove gli alunni sono molto diligenti, attenti e partecipi e mi seppelliscono di domande ogni volta che affrontiamo un argomento nuovo.
Certo, spiegare con doppia mascherina e con la visiera mi richiede uno sforzo spaventoso e, alla fine sono stravolta dalla stanchezza e senza fiato, però, quando parlo dei personaggi che amo e mi accorgo che riesco a trasmettere lo stesso amore, la stessa passione a qualche alunno, sono così felice che anche la fatica mi sembra accettabile.
Sarà questo, soltanto questo, che mi mancherà quando, ormai tra poco, smetterò di insegnare.
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