In questi giorni, nelle mie tre prime medie, sto affrontando lo studio delle Signorie italiane e, in particolare della famiglia Medici di Firenze.
Dopo tanti mesi di scuola, molti alunni seguono le mie lezioni con interesse ed attenzione, a parte alcuni ragazzi, che sono più interessati a delinquere e alcune ragazze, il cui unico interesse è lisciarsi i capelli.
La maggior parte, comunque, è sinceramente interessata e me ne accorgo dalle tante domande che i ragazzini fanno, al termine delle spiegazioni.
Questa settimana ho raccontato la storia di Cosimo il vecchio, di come fu scacciato da Firenze e di come seppe tornare usando intelligenza, buon senso e ricchezza.
I ragazzini sono rimasti affascinati dal personaggio, che di per sé stesso è affascinante e che la mia spiegazione appassionata ha reso vivo alla loro fantasia.
Sono venute fuori tre belle lezioni, specialmente quella che ho fatto in prima A, dove gli alunni sono molto diligenti, attenti e partecipi e mi seppelliscono di domande ogni volta che affrontiamo un argomento nuovo.
Certo, spiegare con doppia mascherina e con la visiera mi richiede uno sforzo spaventoso e, alla fine sono stravolta dalla stanchezza e senza fiato, però, quando parlo dei personaggi che amo e mi accorgo che riesco a trasmettere lo stesso amore, la stessa passione a qualche alunno, sono così felice che anche la fatica mi sembra accettabile.
Sarà questo, soltanto questo, che mi mancherà quando, ormai tra poco, smetterò di insegnare.
Dopo tanti mesi di scuola, molti alunni seguono le mie lezioni con interesse ed attenzione, a parte alcuni ragazzi, che sono più interessati a delinquere e alcune ragazze, il cui unico interesse è lisciarsi i capelli.
La maggior parte, comunque, è sinceramente interessata e me ne accorgo dalle tante domande che i ragazzini fanno, al termine delle spiegazioni.
Questa settimana ho raccontato la storia di Cosimo il vecchio, di come fu scacciato da Firenze e di come seppe tornare usando intelligenza, buon senso e ricchezza.
I ragazzini sono rimasti affascinati dal personaggio, che di per sé stesso è affascinante e che la mia spiegazione appassionata ha reso vivo alla loro fantasia.
Sono venute fuori tre belle lezioni, specialmente quella che ho fatto in prima A, dove gli alunni sono molto diligenti, attenti e partecipi e mi seppelliscono di domande ogni volta che affrontiamo un argomento nuovo.
Certo, spiegare con doppia mascherina e con la visiera mi richiede uno sforzo spaventoso e, alla fine sono stravolta dalla stanchezza e senza fiato, però, quando parlo dei personaggi che amo e mi accorgo che riesco a trasmettere lo stesso amore, la stessa passione a qualche alunno, sono così felice che anche la fatica mi sembra accettabile.
Sarà questo, soltanto questo, che mi mancherà quando, ormai tra poco, smetterò di insegnare.
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