Il naso di Cyrano: Come spaventare un Sindaco

venerdì 13 luglio 2007

Come spaventare un Sindaco


Quando era piccola la FG aveva un sacro terrore dei fuochi d’ artificio.
Ho passato diverse notti di Capodanno semistrangolata dalla FG che aveva l’ insana abitudine di urlare come la sirena dei pompieri e di aggrapparsi con entrambe le mani al collo del malcapitato di turno.
Ma questa storia avvenne d’ estate, quando la FG aveva quattro anni e la FI ne aveva sette.. Eravamo in Calabria, al mare. A Ferragosto c’ era la processione e le figlie, che andavano a scuola dalle suore, non se la sarebbero persa per nulla al mondo. Il padre si diede ad ignominiosa fuga, andando a trovare suo fratello, in vacanza anche lui nello stesso luogo, e mi lasciò da sola a gestire la situazione.
Con le due figlie, in elegante abito alla marinara, andai davanti alla chiesa principale, situata nella parte alta del paese, per assistere all’ uscita del quadro della Madonna Assunta dal luogo sacro e per accodarmi alla processione.
La piazza era gremita, popolazione ed autorità aspettavano. C’ era il Capitano dei carabinieri, il capo dei vigili urbani e il sindaco, bassotto e cicciotello con la sua brava fascia tricolore sulla pancetta prominente.
Naturalmente la FI, che era una sveglia, mi guidò vicino alle autorità, sapeva , la furbetta, che quelli si mettono sempre in prima fila e, quindi, anche noi avremmo potuto seguire la processione in posizione vantaggiosa. Tenevo per mano le figlie, una a destra e l’ altra a sinistra.
La messa era finita, le campane iniziarono a suonare e il quadro fu portato fuori dall’ edificio sacro.
In quel preciso momento, dalla riva del mare, fu sparato un petardo che annunciava all’ intero paese l’ inizio del rito.
Tutti giubilavano, io ero in preda al terrore. Già, perché mi ero resa conto che la mia mano sinistra non stringeva più la manina della FG.
La FI urlava: –Mamma, guarda! – Guardai. Il capitano dei carabinieri e il capo dei vigili si affaccendavano intorno al sindaco e vidi uno spettacolo terrificante. La FG, al rumore prodotto dallo scoppio del petardo, in preda al solito terrore, aveva dato la scalata al sindaco, gli si era arrampicata addosso e gli stava stringendo le mani intorno al collo.
Il sindaco era paonazzo e boccheggiante, la FG urlava come dieci sirene dei pompieri, il vescovo, che presiedeva la cerimonia, era inferocito perché tutti guardavano la scena pietosa invece di pregare e cantare inni sacri, i due rappresentanti delle forze dell’ ordine erano impotenti, la FG stringeva sempre di più, la FI urlava quanto la sorella e io pensavo: – Adesso mi arrestano. – Agguantai la FG sotto le ascelle e tirai con tutte le mie forze, riuscii a staccarla dal pover’ uomo semisoffocato e mi profusi in scuse a lui e rimproveri alla figlia, sotto gli sguardi severissimi dei tutori dell’ ordine.
Quel povero sindaco ebbe la forza di sorridere, accettò le mie scuse, fece una carezza sulla testa della piccola terrorista e, finalmente, la processione poté avere inizio.

2 commenti:

Anna Righeblu ha detto...

Bellissimo! Sono riuscita ad "assistere" alla scena...tanto efficace la tua narrazione...
Buon fine settimana. Un abbraccio.
;-)

Tess ha detto...

Cara Anna,
non ci vuole molto talento a raccontare se una ha due figlie che da piccole ( e non solo ) ne hanno combinate di tutti i colori.
Perché, devi sapere, tutto quello che racconto delle due criminali è assolutamente VERO!!!!
Ciao
Tess