Il naso di Cyrano: Parigi

sabato 21 luglio 2007

Parigi


Sono tornata oggi da Parigi dove ero andata per trovare un alloggio per la FG che in settembre partirà per studiare un anno alla Sorbonne, il sogno della sua vita.
L’ alloggio l’ ho trovato, una mansarda a Montparnasse. La FG ha trovato anche lavoro come baby sitter, il che non è male: Studiare, lavorare e vivere da sola è una bella esperienza di crescita.
Poiché avevamo tempo abbiamo anche girato per la città.
Io c’ ero già stata un anno e mezzo fa ma cose da vedere ce n’ erano ancora tante.
Il problema è che non lo so se mi piace Parigi.
Voi direte: Ma tu sei matta! A chi non piace Parigi?
Io ho visto molte cose interessanti ma non riesco a capire se mi piacciono oppure no.
Certo, davanti ai quadri di Degas e Van Gogh ho provato emozioni, il museo di Cluny, sul medioevo, è affascinante ma altre cose non mi hanno colpito poi tanto.
Poi faceva freddo, a Luglio! E pioveva pure.
Una cosa che mi piace sono i biglietti della Metro: sono piccoli, un terzo dei nostri, un bel risparmio di carta.
Poi mi sono piaciuti i passages, dove ci sono tanti bei negozi e dove non sai mai in che posto sbucherai all’ uscita.
Mi hanno colpito le tombe dei grandi al Pantheon, c’erano quelle di Voltaire, Rousseau, dei Curie, di Hugo, Zola e Dumas ma Santa Croce a Firenze è proprio un’ altra cosa!
A Parigi tutto è grande, troppo grande. Le strade non finiscono mai, gli incroci sembrano piazze. E poi i ponti sono piatti e non sembrano ponti ma semplici strade.
Il cibo mi è piaciuto, fanno dei panini pazzeschi! E poi il pesce e l’ anatra sono buoni.
Il problema più grosso è il caffè, i francesi l’ espresso non lo sanno fare, ti servono una broda lunga che ricorda la sbobba dei fanti della prima guerra mondiale. Solo in un Café abbiamo trovato un espresso che vagamente ricordava il nostro. Poi magari può capitare quello che è successo a noi, una mattina in una strada abbiamo visto un’insegna in italiano, siamo entrate e ci siamo bevute un caffè ristretto a regola d’ arte, fatto da un italiano, naturalmente.
Per concludere voglio raccontare due episodi curiosi.
A rue de Rivoli ho visto una ragazza che, uscita dal lavoro, si è tolta le scarpe con i tacchi e si è messa le infradito, sembrava molto sollevata dopo.
Ad un incrocio, un automobilista stava per passare ad un semaforo rosso proprio mentre sopraggiungeva un vigile in moto che l’ ha bloccato con un gesto imperioso della mano e gli ha urlato:” Renculez!”, quello è tornato indietro buono buono.Insomma, Sarà che in Italia abbiamo tanta arte e tanta bellezza, sarà che sono stanca, sarà che sono un po’ stupida ma io proprio non riesco ad appassionarmi a Parigi.

1 commento:

Anna Righeblu ha detto...

Ciao, bentornata! La descrizione di Parigi e le tue sensazioni mi fanno pensare che, chissà perchè, anch'io, pur non essendoci mai stata, non ho grande voglia di andarci. Anche quando potrei, poi scelgo di andare da un'altra parte. Ma ci andrò, prima o poi, ci andrò. Un abbraccio.