Era dicembre. La FI attraversava uno dei suoi periodi di profonda e convinta anarchia.
Aveva tre anni e mezzo ma le sue idee erano già chiare e definite. Soprattutto una: “ Io sono me e non obbedisco a nessuno.” Infatti. La lotta era senza quartiere. Da un lato la federazione dei genitori (noi) con le regole, l’ educazione, le buone maniere. Dall’ altro Lei, sola contro tutto e contro tutti.
Eravamo stanchi, io e suo padre, la mattina ci svegliavamo sapendo di dover combattere una battaglia perduta perché lei non avrebbe mai ceduto le armi. Così ricorremmo ad un’ arma sleale, ricorremmo al ricatto e alla minaccia. Noi, che odiavamo i mezzucci, che, cresciuti a pane e romanticismo, cercavamo sempre di combattere a viso aperto, ci nascondemmo dietro ad un alleato formidabile. Una sera, quando la feroce impunita si rifiutava di mangiare, come tutte le sere, le dicemmo:” Guarda che se continui a comportarti male Babbo Natale non ti porterà nulla.”
Ci guardò, dal basso dei suoi ottanta centimetri, o giù di lì, con aria di profonda commiserazione poi rispose:” Quello? Ma quello ha una tale pazienza! Volete che non me lo porti almeno un regalo di consolazione?”
Avevamo perso! Perso la battaglia ma, quel che è peggio, avevamo perso la guerra. Babbo Natale le portò più di un regalo e lei continuò a comportarsi come le pareva e non ha ancora smesso di farlo.
2 commenti:
Anche se te li ho mandati via mail, ti faccio ancora tanti auguri per un sereno e buon Natale e anche perché tu, con il nuovo anno, decida di rispondere ai commenti...
Un abbraccio :-)
Cara Anna,
Tanti auguri anche a te e alla tua famiglia.
Spero, con il nuovo anno di avere un po' di tempo e un po' di voglia di curare meglio il mio blog ma non sono tanto sicura.
Ciao
Tess
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