Mi vergogno di essere italiana. E’ brutto dirlo ma spesso mi capita. Come oggi: ho appena letto sul televideo che in un paese del vicentino il sindaco ha stabilito che non si debbano assegnare borse di studio a studenti meritevoli che siano, però, extracomunitari.
Ci risiamo, il razzismo non muore mai, uno dei maggiori indici di stupidità dell’ uomo riemerge sempre.
Il sindaco di quel paese forse ha dimenticato ( oppure lo ignora proprio ) che cinquant’anni fa in Belgio, in Germania e in altri Paesi trattavano gli emigrati italiani con questa arrogante violenza.
Non parliamo di quello che succedeva quando, all’ inizio del Novecento gli italiani arrivavano ad Ellis Island negli States.
Mi piacerebbe avere la macchina del tempo e spedirci il sindaco con i figli, se ne ha, negli USA del 1920!
E poi, che vuol dire “extracomunitario? Vuol dire una persona che non proviene da un Paese della Unione Europea. Allora anche Bush è extracomunitario, anche De Niro, Brad Pitt, anche tutti gli altri vip d’ oltreoceano. Pensate che perfino Karol Woityla era extracomunitario poiché la Polonia non faceva ancora parte della UE.
Sapete che farei io, se fossi uno studente di quel paese?
Andrei a protestare, dimostrerei la mia solidarietà ai ragazzi che vengono da altre Nazioni ma che sono uguali a me; se vincessi io la borsa di studio, ci rinuncerei in favore di chi, anche se ha la pelle o gli occhi diversi dai miei, è meritevole quanto e più di me.
Ma questi sono sogni, i ragazzi di quel paese saranno come i loro genitori, razzisti e stupidi.
E allora? E allora non mi resta che vergognarmi.
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