Il naso di Cyrano: ZERO

sabato 15 dicembre 2007

ZERO


La FI aveva tre anni e voleva imparare i numeri. Il padre si sottrasse all’ ingrato compito sostenendo che non avrebbe saputo insegnare ad una bambina così piccola e allora toccò a me.
Insegnare le astrazioni matematiche ad un pargolo non è impresa da poco ma io avevo trovato una strategia efficacissima: i cioccolatini.
Usavo i cioccolatini per insegnare alla FI le quantità e le operazioni, se rispondeva bene poteva prendere i cioccolatini e mangiarseli. Rispondeva sempre bene.
Le addizioni furono un successone, calcolava con la velocità del fulmine e masticava altrettanto velocemente.
Passammo alle sottrazioni. Misi sul tavolo cinque cioccolatini e la invitai a contarli e a dirmene la quantità. Lo fece con facilità. Poi tolsi un cioccolatino e le chiesi quanti ne vedeva. Rispose esattamente ma con un po’ di inquietudine. Ne tolsi un altro e ripetei la domanda e così via. Rispose sempre esattamente ma cominciava ad innervosirsi.
Era rimasto solo un cioccolatino sul tavolo, lo tolsi e le chiesi cosa vedesse.
“Vedo che la sottrazione è una fregatura!” rispose “ Ti sei presa tutti i cioccolatini!”
Le spiegai che quando non ci sono più cioccolatini si dice che il risultato è zero.
“ Zero è uguale a fregatura” urlò “ E stasera lo dico a papà che hai imbrogliato”
La sera a cena la malefica matematica presentò il caso all’ Alta Corte di Giustizia Domestica. Il Supremo Giudice espresse qualche perplessità sul linguaggio di sua figlia, ritenuto non adeguato ad una signorina di tre anni e sentenziò che la spiegazione sullo zero era corretta.
“ Ma se zero è uguale a niente è anche uguale a fregatura” insistette la FI “quindi io ho risposto bene e voglio i cioccolatini!”
Il padre dovette convenire che il ragionamento non era del tutto sbagliato e le diede i famosi cinque cioccolatini che la FI si pappò guardandomi con aria beffarda, poi si alzò dalla sedia, si arrampicò sul padre, gli stampò un bel bacio sulla faccia e se ne andò a dormire soddisfatta mentre lui andava a lavarsi il viso impiastricciato di cioccolato.

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