sabato 23 agosto 2008
In piscina
Tre giorni di piscina hanno lasciato il segno. Nel senso che io sembro Toro Seduto e la FG sembra Geronimo.
Siamo entrambe di carnagione chiarissima e, quando ci esponiamo al sole, facciamo ricorso a costosissime creme solari che, su di noi, si rivelano assolutamente inefficaci.
Almeno io al sole mi ci metto, la FG, quando sta fuori dall’acqua, rincorre l’ombra dell’ombrellone. Il fatto è che la FG, quando vede una piscina, non resiste e ci passa quasi tutta la giornata.
A sera, oltre ad avere le tonalità di un gambero buttato nell’acqua bollente, ha tutti i muscoli dolenti, soprattutto gli addominali. Però si diverte.
Anche io mi sono divertita in questi giorni, sono persino rientrata in acqua, dopo anni di astinenza. Non è che io proprio nuoti, più che altro fluttuo.
Il mio trigemino è arrabbiatissimo e la sera protesta con notevole energia ma io non mi scoraggio, prendo un analgesico ed il giorno dopo ricomincio.
C’è un altro notevole motivo di divertimento in piscina: l’osservazione degli altri.
La piscina è frequentata da varia ed interessante umanità: bambini urlanti, quelli che mia figlia chiama i truzzi, cioè persone che usano un linguaggio privo di congiuntivi e marcato da un pesante accento romano, parlato a voce considerevolmente alta ed utilizzato per trattare argomenti sotto il livello subumano dal punto di vista culturale, sono simpatici i truzzi. Molto naives, raramente teneri. Invece i signori che se la tirano parlando della “barca” non mi stanno simpatici.
Poi ci sono le signore ciccione in due pezzi, fanno tanta tenerezza anche se l’esposizione di chilometri di cellulite non è proprio un bello spettacolo. Le signore ciccione sono comunque meglio delle ragazze magrissime e carinissime che sembrano delle miss… finché non aprono bocca, perché quando lo fanno si ha la certezza assoluta che lavorino in qualche porto come scaricatrici.
Una caratteristica comune a truzzi, signore ciccione, signori con la barca, fanciulle in bikini è che, quando parlano al cellulare, alzano il volume della voce a livelli da discoteca rock e se uno sta leggendo si deconcentra, come capita a me che in questi giorni sto leggendo dei saggi di linguistica di Umberto Eco, roba difficile che richiede attenzione, così ogni tanto devo interrompere la lettura e mi diverto a “leggere” la gente e ad immaginare tante storie, una per ogni persona.
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