sabato 2 agosto 2008
La nuvoletta
Quando in cielo vedo una nuvoletta bianca e vaporosa io me li immagino lassù.
Pietro, Claudio e il Professore.
Tre persone meravigliose che mi hanno lasciato troppo presto.
Tre colleghi, tre amici.
Claudio, grosso, barbutissimo, estroverso, dotato di una dialettica trascinante ma capace di ascoltare i problemi degli altri, soprattutto dei suoi allievi, dei suoi figli sarebbe meglio dire.
Pietro, magro e non molto alto, spesso silenzioso (ma che battute fulminanti, quando parlava), ascoltatore perfetto, osservatore acuto, adorato da tutti, parenti, amici, alunni che ne riconoscevano la superiorità intellettuale e morale.
Claudio e Pietro, così diversi, erano diventati amicissimi, si completavano, a guardarli sembravano Stanlio e Ollio ma a conoscerli te ne innamoravi.
Entrambi ammiravano il Professore, lo consideravano un vero maestro.
E lo era, un grande maestro, il Professore. Alto, magro, sulla sua faccia un po’ triste due occhi, incredibilmente turchesi, conservavano tutto lo stupore e la meraviglia di un bambino.
Alle domande, di allievi e colleghi, rispondeva sempre con altre domande, solo che, poi, era facilissimo, riflettendo su quelle domande, trovarsi da soli le risposte.
Ecco, io me li immagino così: tutti e tre sulla nuvoletta, a guardare giù, a discutere su qualche problema misterioso di fisica o di chimica, ad osservare quello che succede sulla terra, a commentare i nostri gesti e i nostri pensieri.
E immagino Claudio che si lancia in infocate orazioni critiche, Pietro che analizza con lucida ironia e il Professore che, tacendo, scuote la testa e sorride coi suoi incredibili occhi turchesi.
Anche io vorrei stare con loro su quella nuvoletta.
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