Il naso di Cyrano: Una grande attrice

sabato 20 dicembre 2008

Una grande attrice


Ieri sono cominciate le vacanze di Natale. Alle 14 meno dieci i miei alunni friggevano, cercavano anche di stare attenti a quello che dicevo ma non vedevano l’ora che la campanella suonasse. Anch’io. Facevo la seria e mi sforzavo di fare al meglio il mio lavoro ma non ce la facevo più. Finalmente la dannata campanella ha squillato, accolta con un grido liberatorio da tutti gli alunni della scuola, tutti tranne i miei che sono troppo gentlemen stile inglese per urlare. Io, invece, avrei voluto urlare a squarciagola la mia gioia per la libertà ma, naturalmente, mi sono adeguata all’ English style dei miei alunni e siamo usciti compostamente da scuola scambiandoci gli auguri.
In serata sono andata con la FG a teatro a vedere Giorni felici di Samuel Beckett, autore di drammi tremendamente tristi e anche molto noiosi.
“E allora perché ci sei andata?” potreste chiedermi. Perché il dramma era interpretato da Anna Marchesini. Sì, proprio lei, quella del Trio. Mi incuriosiva cederla in un monologo tragico e difficilissimo da recitare.
La Marchesini mi è sempre piaciuta nei ruoli comici, i suoi personaggi sono indimenticabili, basti pensare alla cameriera scema, o al celebre tormentone:”Siccome che so’ cecata…”, non riuscivo,però, ad immaginarmela in un ruolo drammatico del calibro di Winnie, la protagonista di Giorni felici.
Dovete sapere che Winnie recita per quasi due ore semisepolta in una buca, in un deserto di sabbia, prima si vedono il suo busto, le braccia e la testa, poi solo la testa. Winnie parla sempre, il suo unico interlocutore è Will, il marito che è sepolto dietro di lei e che raramente le risponde mugugnando per lo più.
E’ il teatro dell’assurdo, del quale Beckett fu creatore e maestro, è la metafora dell’inutilità della vita, dell’impossibilità di comunicare, dell’illusione di essere.
Io la Marchesini proprio non ce la vedevo in un ruolo così. Invece…Invece lei è stata eccezionale, ci ha catturati e trascinati nel suo buco, nella testa di Winnie, nella spirale perversa di un’illusione troppo amara per essere descritta. Il teatro era pieno ma non si sentiva un fiato, a parte qualche sciocco che ogni tanto ridacchiava a quelle che potevano sembrare battute comiche ed invece descrivevano tragicamente la condizione di solitudine, di isolamento, di incomunicabilità dell’uomo moderno.
C’era tutta la filosofia di Beckett ma anche quella di Leopardi, di Pirandello, di Svevo e Joyce, c’era la solitudine amara e disperata di chi parla e sa che nessuno lo ascolta, di chi parla e sa che non ha più nulla da dire perché nessuno vuole ascoltare.
Insomma una prova affrontata con la professionalità e il talento di una grande attrice. Una bellissima sorpresa, io ascoltavo Winnie e la capivo, mi sentivo vicina a lei, condividevo appieno il suo dramma. Anna Marchesini ci ha regalato un’ interpretazione magistrale da non perdere assolutamente. E’ stato un bel modo di cominciare le mie vacanze.

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