Il naso di Cyrano: marzo 2009

sabato 28 marzo 2009

Amleto


Ieri sera, con la FG e alcune amiche, siamo andate a vedere Amleto.
Quattro ore di tragedia, con morti a catena, sangue, teschi, vendette e pazzia. Roba degna di Tim Burton! Io non riesco a capire se Amleto mi piaccia o no. Tra le tragedie di Shakespeare prediligo Otello; tutte le volte che la FG mi propone Amleto, che lei adora, mi sento male all’idea ma poi, quando assisto ad una rappresentazione del dramma, mi rendo conto che mi piace eccome! Perché? Non lo so. In fin dei conti tutti i personaggi, compreso Amleto, sono antipatici, sono, chi più chi meno, tutti disonesti oppure immaturi oppure folli. Alla fine muoiono tutti. Forse è questo che mi piace: la giustizia shakespeariana non fa vincere nessuno di loro, il che è bello e istruttivo, visto che nella realtà invece i disonesti vincono sempre.
La messa in scena di ieri ha scontentato la FG perché non era una lettura filologica, le scelte del regista non coincidevano con le impostazioni classiche del teatro shakespeariano. Io invece mi sono divertita, se così si può dire, intanto la recitazione era buona, soprattutto Polonio e Ofelia erano ben tratteggiati, un po’ scarsa la figura di Re Claudio, poco luciferino e per di più con un'acconciatura che lo faceva sembrare Lucius Malfoy, il personaggio di Harry Potter. Luca Lazzareschi ha interpretato un Amleto sufficientemente folle e bello, mi hanno spiazzato due scene di nudo, francamente non ho capito il loro senso all’interno della tragedia così' come i costumi giapponesi di alcuni personaggi. Inoltre i due becchini, che parlavano uno in napoletano e uno in lumbard, sembravano presi pari pari dalla Tempesta di Streheler.
Comunque, sarà perché in questo periodo sono molto stanca, sarà che non sono una esperta di Shakespeare, ieri sera non sono riuscita a calarmi nel tragico, guardavo con distacco il dramma, con un’ ironia che non mi appartiene e che mi suggeriva riflessioni amene.
Ve ne regalo una: perché film come Sweeny Todd sono vietati ai minori e Amleto invece no? Sangue, vendetta, omicidio sono in entrambi.
Voi mi direte che nessun genitore è così pazzo da portare un figlio minorenne a vedere Amleto. Ebbene, siete in errore: ieri sera tra il pubblico c’era anche una ragazzina di circa otto anni! Non so quanto e cosa la bambina abbia compreso di Amleto, forse nulla, forse tutto, in fin dei conti i ragazzini sono molto più svegli di noi adulti!

martedì 24 marzo 2009

Giornata persa


Stamattina mi sono svegliata con un mal di testa mostruoso; ieri in palestra avevo sudato e, tornando a casa, ho preso freddo, così stamattina trigemino e cervicale hanno scatenato una manifestazione di protesta degna del Sessantotto parigino.
Ho dovuto prendere un giorno di permesso dal lavoro e trenta gocce di analgesico che non hanno sortito alcun effetto: il dolore continuava e non potevo stare né distesa né seduta..
Odio stare male, odio dover rimandare le cento cose che avevo in programma di fare! Stamattina in una classe dovevamo realizzare un album di immagini sulla pubblicità e nell’altra avevamo stabilito di costruire uno schema sulla struttura della Costituzione italiana; tutto rimandato. Oggi pomeriggio dovevo continuare a studiare informatica ma non ho potuto, il mal di testa ha continuato ad imperversare, io ho dovuto prendere altre trenta gocce di analgesico e me ne sono stata tutto il pomeriggio ad occhi chiusi, con una fascia di lana intorno alle tempie e il collare di Shantz stretto sulla cervicale, uno spettacolo pietoso dal punto di vista estetico.
Stasera sembra che vada meglio, da circa mezz’ora il mal di testa si è attenuato e forse domani riuscirò a tornare alle mie occupazioni
Il problema è che l’analgesico mi ha abbassato la pressione, mi gira tutto intorno e fatico a stare in piedi ma so cosa fare: mangerò quantitativi industriali di cioccolata, è un rimedio infallibile!

sabato 21 marzo 2009

Willy Wonka e la strega di Hans e Gretel


Io sono golosissima e perciò non potevano non piacermi due fiabe che parlano di dolci come la Fabbrica del cioccolato ed Hans e Gretel.
Però, quando ero piccola la fiaba di Hans e Gretel mi spaventava, al contrario di quella di Willy Wonka, da grande ho capito il perché.
Io avrei voluto stare al posto di Charlie, il bambino che eredita la fabbrica, io adoro il cioccolato, se ne possedessi una fabbrica, oltre a venderlo, ne mangerei a volontà, anche se non oso neppure pensare agli effetti che questo avrebbe sulla mia linea!
Io, però, adoro anche le caramelle, i canditi, lo zucchero filato e, soprattutto, il marzapane. Ora, cosa pensate che avrei fatto io, se mi fossi trovata davanti a una casetta fatta di marzapane e dolci vari? Beh, io avrei reso la strega una senzatetto molto prima che lei riuscisse a catturarmi!
Nelle due fiabe i bambini golosi, in genere, fanno una brutta fine ma nella Fabbrica del cioccolato Willy Wonka punisce quelli egoisti e premia Charlie, che è goloso ma anche generoso, nella fiaba di Hans e Gretel, invece, la strega se li mangia tutti; diciamo che è più democratica, meno etica ma più democratica. La strega fa un’unica differenza: i bambini grassi se li mangia subito, quelli magri prima li fa ingrassare e poi se li mangia. La fortuna di Hans e Gretel fu che loro erano poveri, perciò magri ed ebbero il tempo di fare un piano per scappare, se la strega avesse preso me, quando ero piccola mi avrebbe mangiato subito. Evidentemente era una strega senza problemi di colesterolo.
Una cosa non ho mai capito bene: se la strega aveva a disposizione tutti quei dolci, perché non mangiava quelli invece dei bambini?
Mi vengono in mente soltanto due risposte possibili, preferiva il salato al dolce oppure soffriva di glicemia?!

mercoledì 18 marzo 2009

Darwin


Domenica, con la FG, mia immancabile complice di fatti e misfatti artistico-culturali, sono andata a visitare la mostra su Charles Darwin.
Pensavo di trovare qualche difficoltà a capire, perché non sono molto ferrata in conoscenze scientifiche, invece, con una certa sorpresa, ho scoperto che sapevo già parecchie cose che mi hanno permesso di godermi l’esposizione.
E’ una mostra piuttosto grande, ci sono volute ben tre ore per vedere tutto e ben allestita. La cosa che mi è piaciuta di più è stato il modellino del Beagle, il brigantino a bordo del quale Darwin fece il giro del mondo e scoprì tante cose. Poi mi è piaciuta la ricostruzione del volto di Lucy, la nostra prima progenitrice, è stato anche carino scoprire che gli studiosi l’hanno chiamata così perché gli scopritori cantavano una canzone dei mitici Beatles che ha per protagonista una ragazza che, appunto, si chiama Lucy.
Insomma, è stata una bella mattinata, peccato che ci fosse troppa gente e troppa confusione; ad un certo punto mi è venuta la sindrome di Erode: c’erano un mucchio di ragazzini maleducati e mi si sono scatenati gli istinti omicidi, per di più stavo osservando il martello originale con il quale Darwin spezzava le rocce alla ricerca di fossili, se lo avessi avuto in mano io quel martello avrei spezzato qualche testina alla ricerca di un po’ di intelligenza!
Invece mi sono divertita da matti davanti ad un pannello che mostrava la localizzazione di origine dei nostri progenitori: ad un certo punto una signora, scandalizzatissima, ha esclamato:”Ma stanno tutti in Africa! Ma allora significa che noi discendiamo dai negri!?”
“Eh già, cara mia” avrei voluto risponderle ma non l’ho fatto ”come vede apparteniamo tutti ad una razza:quella umana, come ebbe a dire Albert Einstein!”
Poi, poiché si era fatta ora di pranzo e noi della razza umana dobbiamo nutrirci, io e la FG siamo andate al garden roof del Palazzo delle Esposizioni per un delizioso brunch che mi ha fatto dimenticare dei pargoli maleducati e delle tizie razziste e mi ha riconciliato con il mondo intero.

venerdì 13 marzo 2009

I Signori del teatro


Ieri sera sono andata a teatro. Sul palco, praticamente da solo, per due ore, senza microfono, Gianrico Tedeschi, ottant’anni!, ci ha portati nel mondo doloroso ed ironico del suo personaggio: un vecchio che sta per morire, in una casa di riposo.
Un’opera difficile da vedere ma soprattutto da interpretare: la sofferenza che nasce quando “ non si ha più il futuro”, quando dentro si è ancora giovani, forse ma il corpo non ce la fa più, quando le speranze finiscono e ci si può guardare solo indietro, nella speranza che almeno i ricordi siano belli.
Gianrico Tedeschi è riuscito nella difficile impresa di trascinarci nel pensiero del protagonista, ci ha fatto soffrire e ridere e alla fine gli abbiamo tributato una meritatissima standing ovation.
La FG era entusiasta, lei è giovane eppure tutte le volte che vede un attore o un’attrice della vecchia scuola ne rimane letteralmente conquistata, le era successo ascoltando Nando Gazzolo, la signora Lojodice e anche ieri sera il fascino di una recitazione rigorosa e coinvolgente l’ ha incatenata alla storia.
Tornando a casa, pesavo, mi è venuto naturale di fare il confronto tra questi grandi vecchi e i ragazzi. Bene, i vecchi stravincono e non solo in teatro! In tutti i campi dell’intelletto, basta citare due nomi tra tanti: Margherita Hack e Rita Levi Montalcini. La ragione? Non so, forse dipende dal fatto che, oltre al genio, i vecchi nel loro lavoro ci hanno messo (e ci mettono ancora) tanto impegno e tanto studio.
Certo, non tutti sono così, i disonesti e gli stupidi non hanno età, certo, non tutti i giovani sono pressappochisti e superficiali ma,in questo tempo nel quale i poteri politico ed economico vogliono ridurci a passivi consumatori, fa impressione vedere gente che pensa e ho l’impressione che i vecchi siano, per così dire, più abituati a pensare.
E allora, cari vecchi intelligenti, continuate a regalarci la vostra saggezza, per favore; il mondo va avanti solo con le idee, tutto il resto: potere, soldi e quant’altro contano poco e prima o poi finiscono in niente. Ci servono le idee, per il presente e per il futuro, ci servono persone che pensino e ci raccontino i loro pensieri, di qualunque età siano, non vi fate rubare il futuro, il futuro siete anche voi.

mercoledì 11 marzo 2009

Cafoni truzzi o cafoni coatti?


Domenica pomeriggio sono andata, insieme alla FG e alla mia amica L. a teatro. Abbiamo visto L’altra Nora, una rivisitazione di Casa di bambola di Ibsen, un dramma che conosco bene e che mi piace molto. La storia era trasposta ai nostri tempi ed era quanto mai attuale, la rivisitazione mi è piaciuta, gli attori erano bravi e coinvolgenti.
Peccato che tra il pubblico ci fossero molti studenti delle superiori. In particolare ce n’erano alcuni nel palco accanto al nostro che hanno chiacchierato per tutto lo spettacolo nonostante gli zittii e le proteste degli altri spettatori. Insomma, erano dei grandi maleducati. Mi chiedo perché gente così venga a teatro, sono soldi sprecati! Forse ce li hanno costretti le insegnanti, non mi viene in mente altra spiegazione.
Resta da capire se, come dice la FG, erano cafoni truzzi, cioè di borgata o cafoni coatti, sarebbe a dire ragazzi di “buona famiglia”, cosa che non saprò mai ma la maleducazione resta tale sia che venga dalla periferia che dai quartieri “alti”.
Comunque gli incivili non ci hanno rovinato lo spettacolo più di tanto, anzi, a me hanno dato occasione di riflettere, una volta di più, su quanto il lavoro di insegnante sia inutile e fallimentare e mi hanno fatto capire ancora una volta quanto sia fortunata ad avere una figlia d’oro come la mia, che sa godere della bellezza, della letteratura, dell’ arte e della musica; mi sa che una come la FG è una rarità tra i giovani del nostro tempo!
Dopo lo spettacolo siamo andate a festeggiare la festa della Donna in una deliziosa pizzeria dietro piazza Navona e ci siamo divertite parecchio a chiacchierare tra noi. E’ stata una bella domenica che ha chiuso una settimana infernale ma anche la successiva non scherza!

sabato 7 marzo 2009

Uno spettacolo tostissimo

Stasera, dopo una settimana infernale, nel senso che non ho avuto un attimo di pausa, persa in mille occupazioni, sono andata a vedere a teatro “La parola ai giurati” con Alessandro Gassman.
E’ uno spettacolo tostissimo, nella doppia accezione che a Roma si dà a questa parola, che significa sia bellissimo sia difficilissimo.
In sintesi: dodici giurati sono riuniti per decidere la condanna a morte di un giovane ispanico, accusato di aver ammazzato suo padre. Siamo negli USA, negli anni Cinquanta. Undici giurati sono convinti della sua colpevolezza, uno ha dei dubbi e li manifesta con determinazione, ponendosi in atteggiamento critico, riesamina le testimonianze e gli indizi, dimostrandone l’ infondatezza, tra lo scetticismo e l’ostilità degli altri che, però, finiscono gradualmente per perdere le loro certezze. Alla fine il “ragionevole dubbio” si fa strada in tutti, nonostante i pregiudizi di molti, pregiudizi “che uccidono la verità” come dice l’ ottavo giurato, colui che i dubbi ce li aveva fin dall’inizio.
“La parola ai giurati” è un dramma che ci obbliga a pensare, a riflettere, ad abbandonare certezze illusorie.
Non è soltanto un’opera contro la pena di morte, vi si percepisce tutta la paura del diverso, la paura dell'ignoto. Discorsi che tante volte senti sull'autobus, al bar, al mercato. Alcuni dei personaggi mascherano la loro paura sotto la convinzione di una malintesa superiorità razziale o economica, reagiscono con arroganza ma si sentono inferiori ( e temono) a quelli che chiamano “gli intellettuali”, quei personaggi, cioè, che riflettendo e ragionando scardinano le loro certezze, minano irreparabilmente la loro sicurezza.
E’ un dramma nel quale gli ignoranti urlano, con forza e con violenza, le loro irrazionali convinzioni mentre gli intellettuali ascoltano, comprendono e, con pacatezza logica, rispondono smantellando ottusità e pregiudizi. E’ un’opera nella quale non prevale chi urla di più, ma chi ascolta e capisce meglio ciò che l'altro sta dicendo. E’ una bella lezione di pensiero e di vita, attualissima ancora oggi, che fa pensare ed incanta per la semplicità della lezione che insegna.
Insomma, uno spettacolo tostissimo.

martedì 3 marzo 2009

Vi regalo una vignetta!



Ebbene sì, oggi voglio regalarvi una vignetta che ho trovato su una rivista di enigmistica. La vignetta era in bianco e nero, così io, che devo esercitarmi con i programmi del computer per il corso di informatica, l’ ho colorata, tutta da sola, senza aiuto, dopo che la FG mi ha spiegato come si fa, naturalmente!
Al posto dell’omino potrei esserci io perché la penso esattamente come lui. E voi siete d’accordo?