Il naso di Cyrano: Riunioni

martedì 20 novembre 2007

Riunioni


Io faccio il mestiere più bello del mondo. Quando sto in classe con i miei alunni.
Quando, invece, devo presenziare alle riunioni non penso più che il mio mestiere sia così bello.
Soprattutto non riesco a capire a cosa servano i collegi dei docenti.
Sono trent’anni che partecipo ai collegi ma non li capisco. Si parla di organizzazione della scuola, che magari è anche una cosa importante ma a me sembra che sia tanto lontana dalla didattica, si vota su delibere varie e io voto, si discute su iniziative e altro ma io non riesco ad appassionarmici.
Evidentemente io non so lavorare bene con gli altri, non mi piace assistere agli scontri che talvolta si verificano tra colleghi, ad atteggiamenti che mi sono estranei e che non posso condividere, allora mi sento molto triste e mi viene voglia di abbandonare il mio mestiere ma poi penso che il giorno dopo tornerò in classe e troverò i miei ragazzi e allora torno a sorridere.

La storia che segue l’ ho scritta qualche tempo fa, è del tutto inventata ma serve a spiegare il mio stato d’animo.

Storia di ordinaria follia

–Quest’anno il Ministro dell’ Istruzione ha emanato una circolare che prevede la certificazione delle competenze raggiunte da ciascun alunno…–
La preside continuò a parlare ma nessuno degli insegnanti la ascoltava più. Il primo pensiero che attraversò fulmineo i cervelli dei presenti alla riunione fu: “ E che cavolo! Ogni anno questi se ne inventano una nuova! Ma non gli basta l’ oceano di scartoffie che dobbiamo compilare!”
Poi, qualcuno ricominciò a prestare attenzione e a fare domande.
–Preside, scusi – chiese la Giusti – il Ministero ci darà direttive, moduli prestabiliti? –
–No, professoressa – rispose la preside – dobbiamo approntare tutto noi nell’ ambito dell’ autonomia scolastica–
E qui si scatenò l’ inferno! I docenti erano inferociti alla notizia che non solo bisognava compilare scartoffie ma che era anche necessario inventarsele!
–E’ assurdo che ci venga richiesto un ulteriore carico di lavoro e in tempi così brevi! – esplose la Bellini
– Come possiamo inventarci una documentazione? Io non saprei da che parte cominciare– si lamentò la Giusti.
–Non si tratta di inventare, professoressa– ribatté la preside– sarà necessario consultare la Normativa vigente e operare di conseguenza. –
–Già, la normativa, ma se non c’è nulla, se questi ci dicono che ‘sta documentazione ce la dobbiamo inventare noi! – tuonò la Bellini, furiosa, come sempre.
– Istituiremo una commissione che appronterà quanto necessario– suggerì la preside– chi vuol farne parte? –
– Manco morta! –esclamò, sottovoce la Bellini, esprimendo il parere di larga parte dell’ assemblea.
Nessuno si proponeva e la preside cominciava ad innervosirsi.
– Mio Dio, sarà proprio un bell’ affare! – La Giusti, con voce lamentosa, espresse il pensiero dei residui partecipanti. –
La professoressa Ottieri restava silenziosamente in disparte, mentre la confusione aumentava nella sala e nelle teste dei docenti, pensava:”Volenti o nolenti, la certificazione bisogna farla”. Lei era una che non si sottraeva ai doveri, anche a quelli scemi e fastidiosi come questo, però, era anche una che odiava sprecare il suo tempo ed era abituata ad organizzarsi. Il suo motto era:”Il massimo risultato con il minimo sforzo”. Per questo, lei, che insegnava Lettere e amava la poesia e l’arte, si era messa a studiare informatica, il computer le permetteva di organizzare al meglio il lavoro. “Su Internet troverò certamente materiale” rifletteva tra le urla dei colleghi “ se lo semplifico e lo organizzo bene, potrei creare uno strumento facile e veloce. La cosa più difficile non sarà farlo ma spiegare poi ai colleghi come usarlo!”
–Allora, signori– la preside interruppe le discussioni – chi intende far parte della commissione? –
–Non è necessario istituire una commissione, preside– intervenne la Ottieri – se i colleghi sono d’accordo, me ne occupo io. –
–Meno male, Ottieri organizzerà senz’altro una cosa facile– sospirò, sollevata, la Giusti.
–E figurati se non si metteva di mezzo, quella, la prima della classe! – ringhiò la Bellini.
Commenti vari ravvivarono l’atmosfera della seduta, poi la preside invitò i docenti a votare la proposta della Ottieri.
Il Collegio dei docenti approvò all’ unanimità.

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