Sabato sono uscita con mia mamma. Dovevamo comperare dei tessuti perché sto rinnovando una parte dell' arredamento. Mia mamma ha ottant' anni ma sa cucire ancora assai bene, così mi sta orlando le tende nuove e realizzerà dei centrini azzurri per la mia stanza. Sto realizzando "una casa in blu". Il blu è il mio colore mi piace tanto, dal celeste pallido al blu notte le sfumature di questo colore mi appassionano tutte. Così ho comperato i divani blu. le sedie foderate in blu, i tappetini per la cucina azzurri, la tenda dello studio blu... Sabato era una bella giornata e si camminava bene, c' era il sole ma non faceva troppo caldo. Mia madre è anziana, in genere cammina molto lentamente e io, che invece corro sempre, mi stanco quando esco con lei perché devo adattare il mio passo al suo. Sabato mamma camminava bella spedita, chiacchierava e non si è stancata. E' stata una mattinata piacevole, io non avevo da fare ( ho lavorato al computer nel pomeriggio e tutta la domenica ) ed era rilassante passeggiare senza problemi. L' ho riaccompagnata a casa e abbiamo pranzato insieme, mi ha fatto la sua mitica frittata con le zucchine! Quella sì che è buona! Tre uova di frittata, me la sono mangiata quasi tutta io. Poi sono tornata a casa e ho montato le tende nuove in soggiorno, sono bellissime. Grazie, mamma!
Una mamma mi ha raccontato che sua figlia, quando parla dei suoi insegnanti, dice: la professoressa Bianchi, la professoressa Rossi…, quando parla di me, invece, dice “la Prof.” e basta. Per lei, io sono la “Prof.”, insomma, come dire l’ idea platonica, la categoria kantiana della Professoressa. Con la P maiuscola, non in segno di rispetto per me ma, appunto, per la categoria. A sentire tutto questo, sul momento ho sorriso, è sicuramente un’ espressione di stima e di affetto da parte della mia alunna ma poi ci ho riflettuto sopra. Perché, di tante insegnanti, proprio io sono la “Prof”? Ho trovato alcune risposte ma credo che quella esatta sia la seguente: Io sono nata Prof. nel senso che, da che mi ricordi, ho sempre voluto fare questo mestiere, che è il più bello del mondo perché si lavora con i ragazzi che sono il sorriso del mondo; ho dovuto lottare contro una famiglia che mi avrebbe voluto avvocato o magistrato, come tutti i miei, che mi dicevano: “ Vuoi fare il mestiere del morto di fame!” Ma io ho tenuto duro ed eccomi qui: “Prof”, appunto. Evidentemente questa alunna ha intuito che io NON sono diventata Prof. lo sono sempre stata. Parafrasando Totò: Prof. si nasce e io, modestamente lo nacqui! ( ragazzi, attenti! È un errore grave dire “lo nacqui”) Visto? |
La FG ha, inequivocabilmente, la sindrome di Pippo. Avete presente l’ incasinatissimo amico di Topolino? Beh, la FG è anche peggio, il caos primigenio, il brodo primordiale, siamo lì, non c’ è stata evoluzione. Il fatto è che fa le cose senza pensare, o meglio, pensa ad altro. Sentite cosa è successo oggi. E’ tornata a casa per pranzo e ha trovato me più fusa del solito, le ho detto di prepararsi il pranzo da sola perché io ero stanchissima. L’ ha fatto: minestra, insalata e mozzarell a, ha mangiato ed è tornata all’ Università, luogo per lei di ineffabili delizie. Stasera, per cena, io volevo mangiare l’ insalata avanzata, sapevo che lei ne aveva consumata solo la metà, bene non l’ ho trovata, in frigo non c’ era traccia di lattuga. Ho chiesto alla FG dove avesse riposto l’ insalata e lei, serafica, lei è SEMPRE serafica in questi casi, mi ha risposto che era in frigo. Le ho detto che in frigo non c’ era. E qua è cominciata la caccia al tesoro, o meglio la caccia alla lattuga. Abbiamo guardato dappertutto, persino nel freezer e nel secchio dell’ immondizia. Niente, la lattuga era scomparsa. Lei è ormai rassegnata a queste situazioni e non si scompone più, io continuo ad inferocirmi perché mi sembra impossibile che a 20 anni una sia così sciaguratamente distratta e disordinata. A questo punto è entrata in gioco la FI, che quanto a disordine è anche peggio della FG e in 5 nanosecondi ha ritrovato l’ insalata e io me la sono mangiata. Dov’ era, mi chiederete voi. Naturalmente nel posto più logico, per le mie figlie. Qual’ è il posto più logico per la lattuga? Nell’ armadietto di cucina sopra il barattolo dello zucchero. Cioè nell’ unico posto dove IO NON avrei mai cercato! Il che, direbbe Guareschi, è bello e istruttivo.
Cara Anna,
certo che dobbiamo preoccuparci! Il fatto è che le tecnologie moderne sono meravigliose se le usiamo bene e LORO, i nostri alunni, non le usano bene affatto!Baricco, in un suo libro bellissimo e triste " I barbari" parla proprio di questo, lui dice che la sfida è usare il nuovo modo di apprendere per trasmettere valori antichi e sempre validi.Io ci provo ma i risultati sono deprimenti, forse perché, e me ne convinco ogni giorno di più, ho sbagliato mestiere, la lotta è impari e io non ho le capacità e ormai neppure più la forza di lottare, ho proprio paura che debba rassegnarmi ad essere Cyrano o don Chisciotte che combattono sapendo che saranno sconfitti.Tu mi chiederai: allora perché combattono?Non lo so bene, forse perché non sanno far altro, forse per sentirsi vivi, forse perché, nonostante tutto, sono convinti che i loro valori, quelli della libertà e del rispetto per TUTTI gli esseri viventi siano i soli validi.Scusami per la risposta troppo lunga ma non sono riuscita ad essere più sintetica Ciao Tess
Io, Francesca, la 1^E, la 3^E e la 3^F siamo stati al Parco nazionale d’ Abruzzo. E’ stata l’ ultima visita didattica di questo anno scolastico, una bella esperienza, almeno per me che sono abituata a visitare musei e città d’ arte ma siti naturali pochi. Le guide del parco ci hanno divisi in due gruppi perché eravamo tanti, io sono rimasta con gli alunni di terza e Francesca con quelli di prima. La nostra guida, una gentile signorina di nome Maria ci ha spiegato molte cose e ha fatto fare ai ragazzi delle belle esperienze, li ha invitati ad osservare e a riflettere, peccato che parecchi dei ragazzi non hanno accolto il suo invito. Uscire con gli alunni è una splendida occasione per osservarli e capire quanto essi siano cresciuti e maturati. Questa ultima uscita mi ha dimostrato quello che in parte avevo gia percepito e cioè che il mio lavoro di tre anni è stato in buona parte inutile. Alla maggior parte dei miei allievi della natura e del rispetto che ad essa si deve non importa proprio nulla. A me invece importa e molto, così, pur tenendo d’ occhio i ragazzi, ho cercato d i osservare ed imparare. La cosa che mi ha colpito di più è stato l’ odore. Io non sento bene gli odori, ho la sinusite cronica ma in quel luogo bellissimo sentivo il profumo dell’ aria, un profumo che già conoscevo perché lo sentivo da piccola, in campagna. Era un misto di aromi affascinanti, odore di muschio, di foglie di cielo. E poi i colori, così limpidi e così tanti. Quando Maria ci ha invitati a scrivere un pensiero su quello che avevamo visto, io ho scritto: “ I faggi di Cezanne e Pizarro, quelli conoscevo, dipinti con mille verdi e grigi. Infiniti di più sono i colori della natura”
La FG ( ve lo ricordate, vero, che FG sta per figlia grafomane? ) avrà avuto cinque anni, più o meno. Era da un po’ che non la sentivamo e cominciammo a preoccuparci. Perché la FG era, in apparenza, la bambina più tranquilla del mondo ma solo in apparenza. In realtà era molto simile ad una mina inesplosa con l’ innesco ancora attivo che può distruggere un intero quartiere quando meno te l’ aspetti ( non che sia molto cambiata da allora, semmai è lievemente più pericolosa oggi ). Cominciammo a cercarla e la trovammo nel nostro studio in piena attività. In perfetto e totale silenzio, stava lavorando appassionatamente, mettendo in campo tutta la sua abilità di guastatrice. Con l’unico ausilio di una penna a sfera aveva scavato un grosso buco nel muro, era arrivata a mettere a nudo i mattoni. Ora voi potreste obbiettare che per compiere una simile impresa DOVEVA aver fatto rumore. Invece no, La FG sapeva compiere le più orrende nefandezze senza fare il minimo rumore. Anche noi sapevamo muoverci silenziosamente e lei non si accorse che eravamo alle sue spalle, continuava a scavare e noi la guardavamo allibiti e troppo stupefatti per parlare. Poi il padre esplose un “ PERCHE’” che rimbombo nella stanza facendo sobbalzare la criminale. Si riprese subito e con calma e serenità rispose:” Perché volevo vedere cosa c’ è dentro il muro “ Ora, mettetevi per un momento nei nostri panni, in quelli cioè di due genitori che hanno sempre stimolato nelle figlie la curiosità e lo spirito di ricerca, cosa avremmo dovuto fare? Lo so, la risposta più ovvia è che avremmo dovuto sculacciare a dovere la piccola delinquente e chiamare un operaio per riparare il muro. Ma la FG stava facendo una RICERCA!!! Così il padre si allontanò, lo seguii, mi guardò un po’ sconsolato e un po’ orgoglioso, mi disse:” Anche io da piccolo avrei tanto voluto sapere cosa c’ era nel muro” “ Ma tu non hai rovinato una parete per saperlo “ obiettai io. “ Perché non ne ho avuto il coraggio “ rispose prendendo gesso e paletta. Tornò in studio e si mise a chiudere il buco sotto gli occhi vigili e interessatissimi della FG che voleva sapere come si ripara un muro
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