
Giovedì scorso alle nove di sera si è aperta la crisi di governo e alle undici e mezza ne abbiamo visto il primo effetto.
Dopo l’ inevitabile telefilm di don Matteo (dove tutti: Stato e Chiesa, clero e carabinieri, sono buonissimi, perfino i colpevoli che si pentono sempre alla fine della puntata), la Rai, invece di trasmettere, come da programma, Benigni che avrebbe dovuto leggere il nono dell’ Inferno, ci ha rifilato una puntata di Porta a porta sulla crisi e io sono andata a dormire.
Ma, dico! Il Presidente del Consiglio va in Senato, sapendo di andare incontro ad una sconfitta, perché dice che la politica si fa in Parlamento (dove, peraltro, abbiamo assistito ad uno spettacolo che ci ha svergognato davanti all’ universo mondo) e non in TV (concordo pienamente) e noi ci ritroviamo con Vespa?!
Già vi sento obiettare:” Ma una crisi di governo è più importante della Divina Commedia!”
E invece no!
Se i politici, tutti, quelli di destra e quelli di sinistra, leggessero un po’ di Dante e pensassero meno ai loro interessi forse le cose andrebbero meglio in Italia.
Forse.
Perché l’ Alighieri aveva capito benissimo come sono fatti gli italiani, molto prima che si formasse l’ Italia, e nel mondo ultraterreno ce li ha messi tutti.
Soprattutto all’ Inferno.
Ma i politici non credono nell’ Aldilà altrimenti si comporterebbero in ben altro modo.
Neppure io ci credo, se è per questo ma, se veramente l’ Inferno esiste, io credo che a tutti voi, signori onorevoli(?), sia già stato riservato un posto in prima fila, giù in fondo, vicino a Lucifero.
Ed è per questo che noi, gente comune, cerchiamo di essere buoni (come i personaggi di don Matteo) .
Perché, dopo avervi sopportato per tanto tempo in questa vita, l’ idea di dover stare con voi per l’ eternità all’ Inferno ci riesce intollerabile!