sabato 19 gennaio 2008
Il sommo poeta
A me Dante piace un sacco. Io la Divina Commedia me la sono letta tutta, tutti e cento i canti e ho scoperto un Dante molto umano.
Uno, quando sente dire Dante Alighieri, è portato a immaginare una figura mitica, lontana dal proprio vissuto, un monumento, un’ astrazione.
Invece l’ Alighieri era uno come tanti, un genio, certo, ma soprattutto un uomo con i suoi pregi e io suoi difetti. Uno che viveva la sua vita, anche piuttosto incasinata (passatemi l’ espressione, inelegante ma efficace), che sapeva amare, compatire e sdegnarsi, come tutti.
In questo periodo la Rai sta trasmettendo una serie di letture dantesche fatte da Roberto Benigni, vale la pena di vedersele anche se le trasmettono tardissimo.
L’ ultima riguardava Filippo Argenti, uno che visse ai tempi del poeta a Firenze. L’ Argenti era un arricchito, aveva fatto i soldi come tanti senza guardare troppo per il sottile, senza curarsi della morale ed era un arrogante, uno tronfio che sbatteva la sua ricchezza in faccia agli altri e che credeva che tutto gli fosse permesso, si sentiva tanto furbo. Ce n’è ancora di gente così, quella è una genìa che non muore mai.
Filippo Argenti era morto da poco quando Dante immagina di fare il suo viaggio nell’ Inferno e immagina di incontrarlo nel girone degli iracondi, che sono immersi nel fango e si mordono da soli.
L’ Argenti si accosta alla barca sulla quale si trova il poeta e lo apostrofa con arroganza ma Virgilio, che solitamente è gentile, lo ricaccia indietro con una pedata e gli altri dannati lo acchiappano e lo tirano dentro la palude sghignazzando,mentre l’ Alighieri sogghigna soddisfatto.
La scena è violenta ma anche comica: Il potente non ha più potere, è meno che nulla, alla mercé di chiunque.
La lettura di Benigni è stata magistrale, come sempre, l’ attore ci ha fatto vedere l’ evento e ci ha fatto riflettere ma, soprattutto, ci ha mostrato il Dante uomo, sdegnoso contro i prepotenti e anche un po’ maligno quando, tutto soddisfatto, osserva quello che sta accadendo.
Nella Divina Commedia c’è tutta la vasta gamma dell’ umanità: miseria e nobiltà, vigliaccheria e coraggio, odio e amore, in una parola c’è la vita stessa, sempre diversa e sempre uguale, ci siamo noi, per questo vale proprio la pena di leggersela
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento