Finalmente ho capito la ricetta magica per fare un soggiorno piacevole a Parigi.
A Parigi un italiano non deve cercare l'Arte, che pure c'è ma a paragone della nostra è ben poca cosa, a Parigi uno ci deve andare come andrebbe a Disneyland: deve cercare le attrazioni, i divertimenti, i posti dove si mangia.
Se uno fa così si diverte da matti, come me che in questi giorni sto tornando infante, non nel senso letterale della parola che significa incapace di parlare, che anzi io parlo e pure tanto in francese, bensì nel senso di bambino.
Stasera, poiché mi sono tanto divertita, sono stanchissima così lascio la parola alla FG che vi racconterà le mie ultime avventure.
Come i famigerati bambini la genitrice parla eccome! Lanciando nei cinema a due o più dimensioni esclamazioni incomprensibili agli effettivi infanti francesi. L'assecondo volentieri perché mi diverto più a sentirla commentare che a vedere le pellicole (affascinantissime comunque) in 2 o 3D.
Ieri pomeriggio cinemino, come prezzi cinemone: 9 euro e cinquanta di biglietto ad personam più 4,60 euro di regolamentare pop corn.
Film: C'era una volta scelto dalla genitrice esclusivamente perchè le piace, a ragion veduta, il protagonista, per amore del quale è arrivata a comprendere due ore di film in francese.
Post cenam spuntino di mezzanotte baguette et fromage (a giudicare dalla quantità di formaggio recentemente ingurgitata dalla donna che mi rese figlia ho il vago sospetto che mia madre sia un topo...).
Stamane Lei, mentre io zombeggiavo come sempre, si è svegliata radioemettendo energia da ogni poro: ha fatto il bucato, per me, ha pulito casa (non che ci voglia molto a pulire 6 metri quadrati), e poi, con la scusa di lasciarmi in pace a studiare, si è lanciata in solitaria per le vie di Parigi.
Lanciata, praticamente con la fionda.
Teoricamente doveva comprare QUATTRO e dico QUATTRO cosucce... è stata via un'ora e mezza e io, adesso, ho DUE bottiglie d'olio (santo protettore di chi soffre di colesterolo ora pro me), una torta Mazzarino che mangeremo domani (aggiungete, ormai mangiate, due quiches e due tartelettes ipercioccolatose) e un paio di guanti.
La prossima volta le lego la carta di credito al letto, così lei esce ma il mio sei metri quadri non si riempie di deliziose ma ingombranti novità che finiscono nel mio povero e colesteroloso sangue.
Oggi pomeriggio l'ho portata alla Villette. Città della scienza (ove una professoressa di lettere non può far danno, anzi, semmai, può imparare cose nuove).
Lei non ha imparato cose nuove ma si è divertita come una pazza, anche perchè IO non l'ho portata di fronte a scienza e cultura.
L'ho portata a giocare con la luce, ad una proiezione sulle scoperte spaziali nel planetario e poi in un simulatore 3D, dove siamo finite in un improbabilissimo Egitto di Tutankamon.
Avete mai visto una professoressa-pinguino con giacca blu e professorale cappelluccio di lana, ovviamente blu, in un cinema, assicurata alla poltrona con cintura di sicurezza, sbracciarsi spaventata da un serpente in 3D? Con tanto di occhialoni 3D giallo fluorescenti sopra i consueti occhiali da docente-talpoide!
L'unico problema lo abbiamo avuto all'uscita, infatti mia madre può affrontare qualunque cosa tranne il freddo (anche i serpenti mi sa che le creano notevoli difficoltà) e stasera di freddo ce n'era parecchio.
Me la sono riportata a casa modello pinguino con le penne arruffate: sciarpa legata sopra il cappello.
Si era involtolata come un bacherozzolo.
Arrivate vicino casa mi sono trattenuta dallo esclamare: “mamma sbùtulati” e mi sono rassegnata ad andare in quei pochi metri che intercorrono dalla metro a casa mia con mamma in versione fagotto.
Mamma si è sfagottata, io mi sono impigiamata e Sapino luccica tranquillo sul suo ligneo divisorio. Cosa ci aspetterà ancora domani?
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