Capitolo 2
Una giornata schifosa che ne inaugurava tante altre a venire. Wolfango lo pensava mentre camminava sotto quel cielo talmente azzurro che sembrava lo sfottesse, anche il cielo come i dannati compagni di classe.
Rovinava così, accigliandosi e fissando l’asfalto, quei pochi minuti che lo portavano da un inferno all’altro, da scuola a casa e s’incurvava sotto uno zaino ancora leggero e privo dei libri di scuola per non guardare le facce della gente.
Nessuno avrebbe ascoltato i suoi guai, salvo forse suo fratello, sempre gentile e perfetto in ogni cosa, l’invidiabile Amedeo.
Wolfango sapeva benissimo di non invidiare Amedeo, anzi lo ammirava, avrebbe solo voluto essere come lui: perfetto, o almeno capace di sentirsi a suo agio a scuola e in famiglia.
Amedeo era perfetto nel ritmo di quella vita e di quella casa ed era anche il suo più grande amico, gli dispiaceva averlo lasciato indietro ma in quel momento si sentiva come ciò che era sempre stato a lezione di musica: un flauto stonato, fuori tempo.La porta di casa gli si parò davanti interrompendo quella cascata di pensieri. Lasciate ogni speranza o voi che entrate.
martedì 9 settembre 2008
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