mercoledì 11 febbraio 2009
Che bello Goldoni
Sì, è proprio magnifico assistere ad una rappresentazione goldoniana, purché sia ben fatta, naturalmente, perché altrimenti si esce dal teatro con un senso di frustrazione insopportabile.
Domenica io, la FG e la mia amica Mari siamo andate a vedere “I due gemelli veneziani” con Massimo Dapporto e Osvaldo Ruggeri. Abbiamo riso dall’ inizio alla fine, la storia è semplicissima, se vogliamo anche un po’ banale ma Goldoni sa offrirci un affettuoso umorismo, descrive i suoi personaggi con bonaria ironia e ci diverte con lazzi ed effetti irresistibilmente comici.
Se gli attori riescono a rendere questi sentimenti uno passa un paio d’ore intelligentemente rilassato. E’ proprio quello che è accaduto a noi, siamo uscite dal teatro serenamente allegre, per un po’ di tempo abbiamo dimenticato lo stress e la fatica del vivere quotidiano e ci siamo immerse nell’ improbabile ma tanto affascinante universo goldoniano, fatto di gemelli scemi e intelligenti, di Rosaure e Colombine pettegole e vanitose, di Arlecchini lievi come farfalle impazzite.
Peccato che il pubblico fosse piuttosto maleducato, alcuni chiacchieravano mentre gli attori recitavano, una ragazza che non lo aveva spento si è messa a parlare al cellulare e alla fine alcuni se ne sono andati senza applaudire gli attori anche se durante lo spettacolo si erano divertiti (lo so perché li ho sentiti ridere).
La FG era completamente persa nella magia dello spettacolo, Mari ha riso tantissimo e io mi sono gustata un tuffo in un passato che adoro e nella fantasia che, ogni giorno di più, sta diventando la consolante compagna della mia vita deprimente.
Poi abbiamo preso l’autobus per tornare a casa e siamo ricascate nella quotidiana medicrità, nelle maleducazione dei passeggeri, tra le spinte e gli sbuffi di insofferenza. La FG si è irritata, io no perché ero ancora sotto l’ effetto della magia goldoniana e perché, ormai, non mi inquieto più davanti alla maleducazione, ci sono talmente abituata che non ho più voglia neppure di prendermela, quando incontro un maleducato sono tanto contenta di non essere così e ringrazio la mia mamma severa.
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